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Tavolo agrumi nazionale: serve mappatura e tracciabilta'

Nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella Biblioteca comunale di Paternò, in provincia di Catania, uno dei territori a maggiore vocazione agrumicola, gli esponenti di Distretto Agrumi di Sicilia, CIA Sicilia Orientale, Confcooperative-Fedagripesca Sicilia e Confagricoltura Catania hanno inteso ribadire le priorità che la filiera agrumicola indica alle Istituzioni. Nella fattispecie, al ministro dell'agricoltura Gian Marco Centinaio e al sottosegretario Alessandra Pesce, come "follow-up" operativo del documento consegnato al sottosegretario e al vice premier Di Maio lo scorso 21 luglio a Catania. 

Foto conferenza stampa: da sx_Marino, Selvaggi, Argentati, sindaco Naso, Di Silvestro

E' necessario che il Mipaaft istituzionalizzi un tavolo agrumi che possa contenere i tanti attori della filiera e le esigenze dei vari territori italiani per la stesura del piano poliennale di settore nazionale; serve un riordino dei dati quantitativi e qualitativi degli agrumi italiani.

A tal fine è necessario un decreto che dia esecuzione alle direttive C.E. 12/2012 del 19/04/2012, sull'obbligo di dichiarare in etichetta la provenienza del prodotto ottenuto dalla trasformazione di agrumi italiani con provenienza specifica, come ad esempio l'arancia rossa, così come avviene per i derivati del pomodoro, facendo riferimento alla norma comunitaria 1169/2011. 

Serve altresì una riduzione dell'aliquota Iva sulle spremute "100% Succo di Agrumi", dal 22% al 10 % poiché ritenute salutistiche, applicando quindi una tassazione privilegiata rispetto alle altre bevande e, infine, la defiscalizzazione del Bioetanolo ottenuto dalle materie prime secondarie degli agrumi.

Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, dichiara: "La filiera agrumicola ha accolto l'invito, espresso dal sottosegretario Pesce a luglio, di indicare le priorità su cui intervenire al più presto. Di comune intesa con le organizzazioni di categoria sottoscrittrici del patto di sviluppo distrettuale e nel rispetto delle imprese della filiera direttamente associate al Distretto, abbiamo indicato alcune azioni che invochiamo da tempo, già oggetto di documenti presentati ai precedenti ministri e alla Regione siciliana".

Argentati auspica, inoltre, sulla base di innumerevoli confronti assembleari "che il ministero della Salute, al fine di promuovere e incentivare negli ospedali il consumo di bevande naturali preparate con prodotti ortofrutticoli freschi e trasformati tipici del nostro Paese e ad alto contenuto salutistico, possa imporre alle Asl, in occasione della emissione dei bandi di gara per l'introduzione di erogatori automatici di bevande calde e fredde, l'inserimento anche di erogatori automatici innovativi di frutta fresca e trasformata in ospedali, scuole ed enti a sostegno di un percorso di educazione alimentare".

Il Distretto, inoltre, ritiene urgente spingere sulla trattativa già avviata con il governo cinese per l'inserimento del trasporto per via aerea, con applicazione delle tecniche di "cold treatment" a terra, nel protocollo Italia-Cina sull'export di agrumi. Solo così si potrebbe materializzare l'export di arance rosse siciliane (qualità tarocco) in tempo per il capodanno cinese (febbraio 2019) come richiesto dal gruppo Alibaba con il quale, il 22 giugno a Catania, vi è stato un importante momento di confronto con le imprese, con la presenza del Consorzio di Tutela dell'arancia rossa di Sicilia IGP, dell'assessore regionale all'Agricoltura, Bandiera e dei tecnici dell'Osservatorio per le malattie delle piante.

Il Distretto Agrumi, come gli altri distretti siciliani, intanto, resta ancora in attesa di ottenere il rinnovo del riconoscimento da parte dell'assessorato Attività produttive della Regione. Abbiamo consegnato la richiesta nel giugno 2017. Risulta incomprensibile tutto questo ritardo nel sostegno di strumenti, quali i distretti, che la politica regionale sembra voler sostenere solo a parole. L'auspicio è che dalle parole si passi ai fatti in tempi brevi. L'assessore Turano ci ha promesso che, questo settembre, il riconoscimento sarebbe arrivato. Nel frattempo stiamo continuando a lavorare".

Giuseppe Di Silvestro, presidente di Cia Sicilia Orientale, dichiara a sua volta: "La Cia Sicilia Orientale ribadisce la necessità di un rilancio dell'agrumicoltura siciliana attraverso un Piano nazionale agrumicolo capace di sostenere le aziende nel complesso processo di innovazione, necessario e non più rinviabile, con finanziamenti e seria programmazione, per competere nei nuovi mercati internazionali. In particolare, servono strategie di valorizzazione e sviluppo delle nostre filiere che, insieme al superamento della frammentazione delle iniziative, rappresentano la vera risposta al tema dell'Italian sounding, a fronte di una domanda internazionale di Made in Italy non pienamente soddisfatta dalle capacità di offerta. A questo devono affiancarsi azioni di prevenzione e controllo, per contrastare forme di sleale concorrenza".

"Bisogna rilanciare la produzione agrumicola - è il parere di Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania - dando priorità alle aree vocate già riconosciute dal Mipaaft: arancia rossa, limone di Siracusa, limone dell'Etna, arancia di Ribera. Per far questo servono, innanzitutto, delle misure che favoriscano il reimpianto degli agrumeti colpiti dal virus Tristeza, che si stima infesti ormai oltre la metà del patrimonio agrumicolo siciliano". 

Salvatore Marino, Vice Presidente di Confcooperative-Fedagripesca Sicilia: "L'aggregazione, ancora oggi, rappresenta per la filiera agrumicola un traguardo da raggiungere. Una maggiore organizzazione determinerebbe maggiore capacità di penetrazione in mercati più interessanti e remunerativi. Per questo auspichiamo che il futuro Tavolo agrumi possa individuare percorsi agevolati che favoriscano la cooperazione tra imprese sia di primo che di secondo livello, anche attraverso percorsi formativi ad hoc per manager, dirigenti e produttori".