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Emilia-Romagna: la riscoperta dell′asparagina

L'asparago della pineta di Ravenna può vantare un passato millenario, citato come fu da scrittori latini quali Plinio il Vecchio e Marziale, che ne lodavano le caratteristiche qualitative e commerciali, e in particolare la notevole taglia (fino al peso di una libbra per 3 turioni).

Oggi, grazie ad un'iniziativa della Provincia e del Comune di Ravenna, con la collaborazione dell'azienda agraria Mario Marani, è stato avviato un programma di recupero per questo asparago (vedi foto qui accanto, scattata dall'azienda Marani).

Il territorio interessato alla produzione è quello delle pinete nella fascia costiera ravennate. L'asparago della pineta presenta turioni di lunghezza variabile fra i 150 e i 300 millimetri, del diametro da 2 a 12 millimetri.

Individuati gli areali migliori dove esso cresce e scelte le piante in grado di fornire il seme più adeguato per la riproduzione, sono stati impiantati due semenzai delle principali tipologie di asparagi di pineta.

Uno è stato chiamato San Vitale (corrispondente all'Asparagus tenuifolius) ed è fine e dal sapore gentile; l'altro, detto Bardello (nome scientifico Asparagus Marittimus), è più rustico e dal sapore più pungente.