Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Una scoperta genetica potrebbe migliorare il sapore degli ortaggi

Alcuni ricercatori statunitensi hanno dichiarato di aver mappato il codice genetico della colza e che ciò questo potrebbe portare allo sviluppo ortaggi più saporiti.

I ricercatori di Genomica dell'Università dell'Arizona, operanti presso l'Istituto BIO5, hanno contribuito a svelare il codice genetico della pianta di colza, più nota per essere la varietà i cui semi sono realizzati per produrre l’olio di canola (= tipo di olio di colza a basso contenuto di acido erucico, prodotto in Canada. CANadian Oil Low Acid, ndt).

Lo sforzo di sequenziamento del DNA ha fornito a ricercatori e genetisti una mappa che ora possono utilizzare per individuare determinati geni e studiare i sistemi metabolici della pianta. Ad esempio, si potrebbe partire da qui per creare una cultivar di broccoli non amarognola, oppure modificare la biosintesi dei lipidi per migliorare il contenuto di olio nella colza.

Essere in grado di modificare il contenuto dei composti responsabili del gusto amaro, al di là del piacere gustativo, ha implicazioni sulla pianta stessa, poiché nella maggior parte dei vegetali queste sostanze chimiche sono importanti per la difesa contro i parassiti.
 
Inoltre, questi composti aiutano i ricercatori a capire meglio come i genomi vegetali evolvono nel contesto dell'addomesticamento.

Le piante del genere Brassica sono state allevate in tutto il mondo per secoli e producono prodotti abbastanza diversi per il mercato, come per esempio: broccoli, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, cavolo cinese, rapa, senape, olio di colza.

Eric Lyons, professore associato presso la Scuola di Scienze Vegetali dell'Università dell'Arizona, autore dello studio, ha detto: "Lavori di sequenziamento dell'intero genoma come questo ci permettono di affrontare due questioni fondamentali: 1) In che modo l'informazione genetica immagazzinata nel genoma ci aiuta a comprendere le funzioni dell'organismo? e 2) Che cosa ci racconta la struttura del genoma sull'evoluzione dei genomi in generale?”

La mappatura, condotta congiuntamente da istituzioni in Francia, Canada, Cina e Stati Uniti, ha rivelato che il genoma di colza (Brassica napus) contiene un gran numero di geni - oltre 100.000 - a causa del fatto che si è formato dalla fusione tra due specie parentali, Brassica rapa (cavolo cinese) e Brassica oleracea, specie che include broccoli, cavolfiori, cavolini di Bruxelles, cavolo, ecc..

Il professor Lyons ha concluso: "Il gruppo Brassica è estremamente versatile per l'uso alimentare umano. In tutte le cultivar, troviamo qualcosa da mangiare. Il genoma definisce ogni tipologia di Brassicacea e al contempo ci aiuta a capire quali sono le caratteristiche che risultano spiacevoli al palato dei più giovani. L'amarognolo di alcune cultivar, come broccoli e cavolini di Bruxelles, proviene da una classe di composti chiamati glucosinolati, e, attraverso la mappa genomica, troviamo che proprio quei geni che codificano per questi composti sono stati persi dal genoma di colza."

Fonte: dailymail.co.uk
Data di pubblicazione:

Articoli Correlati → Vedi