"Vista la grande difficoltà nel reperire ampie distese di terreno, con l'aiuto della tecnologia siamo riusciti a coltivare una superficie di circa 30 ettari - continua Enzo - Di questi, circa l'80% sono seminati a patate da chips per le industrie nazionali, una parte invece è destinata all'estero grazie alla certificazione GlobalGAP recentemente ottenuta e la restante parte va alla coltivazione di tuberi per il consumo interno."
Relativamente all'annata in corso, Enzo dichiara: "Si è manifestato un grosso problema di batteriosi (Erwinia); come noi, anche altri produttori hanno acquistato il seme da una nota casa sementiera tedesca e la batteriosi ha recato danni per svariate migliaia di euro. E' proprio una beffa, considerando poi l'attuale andamento di mercato favorevole che si sta prospettando in questo periodo, con quotazioni tra i 0,40-0,50 euro/kg, mai viste in vita mia."
La nota negativa, riferisce il produttore, è che la casa sementiera, una volta interpellata e dopo vari sopralluoghi, non ha ammesso il reale problema, ma si è limitata al riconoscimento di un 10% di danno sul seme, (poche centinaia di euro) senza calcolare il mancato reddito. Enzo allora si chiede: "Se avessi acquistato tutto il seme di questa specifica varietà e lotto, che fine avrei fatto? In futuro avremo delle certezze sulla qualità del seme? Chi ci tutelerà?".
Ad influire su questa già nefasta situazione è stato anche il clima, che si è presentato ad inizio d’anno con molte piogge e ha recato non pochi danni alle coltivazioni, con perdite che si aggirano tra il 30-40% del raccolto.
"Nell'ultima settimana si riscontra, inoltre, un'altra anomalia: per quanto riguarda le patate da chips, data una forte richiesta con quotazioni che si aggirano su 0,30-0,35 euro/kg, mi chiedo fin dove possano arrivare i prezzi, visto che i contratti stipulati con le aziende a dicembre 2012 e gennaio 2013 riportavano 0,16-0,17 euro/kg - sottolinea Enzo - Vista la crisi che stiamo affrontando, non sarebbe un bene incentivare l'agricoltura, vero motore della ripresa economica, invece di specularci sopra?".
Il produttore ha una propria opinione in merito. "Secondo me, questa forte richiesta di patate è dovuta al fatto che i coltivatori, sfiduciati delle continue perdite subite negli anni passati, con prezzi che oscillavano tra gli 0,08-0,10 euro/kg, hanno seminato almeno il 10% in meno annuo da 4-5 anni a questa parte. Almeno, questo è la situazione che vediamo in Campania."
Enzo conclude affermando che in Italia bisogna incentivare le produzioni di patate, poiché si tratta di un prodotto povero sicché i consumatori, in tempi di crisi economica come questo, avrebbero maggiori possibilità di aumentare la quantità di cibo nel proprio paniere. "Parliamo, in ogni caso, di un alimento molto versatile e che ben si sposa con più ricette."
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