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Reportage dall'Abruzzo/3 Falda 40 metri sotto il limite. Colture in forte ritardo

Fucino, microclima continentale, ma ora con estremi preoccupanti

Lo scorso anno (2017) si sono registrati picchi di 44 °C, in una delle estati ricordate fra le più calde. In inverno, si può arrivare tranquillamente a -21 °C, come accaduto quest'anno; ma si sono toccati, in altre annate, anche i -28. Questo è il Fucino, in Abruzzo, il terzo ex lago più grande d'Italia prosciugato fin dai tempi dei Romani, opera ripresa e conclusa a metà del XIX secolo, attorno al 1876.


L'areale produttivo del Fucino

"E' un clima continentale, quello della piana del Fucino - spiega Francesco Sciarretta, consigliere del Consorzio di Bonifica Ovest - caratterizzato da estremi che, negli ultimi tempi, si sono ripetuti con troppa frequenza. Penso alle alte temperature estive che vanno a compromettere certe coltivazioni orticole. E poi alla mancanza di acqua".


Veduta di campi coltivati. Quest'anno, la semina delle patate è in forte ritardo


"Il livello della falda è preoccupante: lo scorso anno è scesa fino a -56 metri rispetto alla media. Ora è risalita a -40 metri, ma siamo ottimisti perché sui monti c'è ancora neve e quell'acqua dovrebbe arrivare in falda in autunno. I mondi che circondano il Fucino sono alti fino a 2500 metri, mentre l'altopiano è a quota 650 metri sul livello del mare".

Il clima piovoso delle ultime settimane ha comportato terreni impraticabili, con impossibilità di effettuare semine e trapianti. Per le patate si è in forte ritardo, mentre le cipolle forse sono del tutto compromesse.


L'inizio del canale sotterraneo romano, lungo 6 chilometri, costruito per drenare l'acqua dall'ex lago

Il Fucino era un lago e lo sarebbe ancora oggi se non vi fosse una maestosa opera di ingegneria idraulica a portarne via le acque. La conca raccoglie tutte le piovane dei monti circostanti e, fin dai tempi dei Romani, gli ingegneri studiarono un sistema di canalizzazione sotterranea per portare a valle l'acqua e prosciugare il lago. Sistema sotterraneo, perché l'altipiano è di natura carsica.



Oggi il cuore pulsante del sistema, gestito dal Consorzio di Bonifica Ovest Liri Garigliano, sta nel canale collettore che a un certo punto viene inghiottito a 8 metri sotto il livello del piano. Da qui parte una galleria lunga 6 chilometri di epoca romana e poi integrata con le opere di bonifica del Principe Torlonia, il quale qui comunque non lasciò bei ricordi.


L'arrivo del canale collettore alla stazione in cui precipita sottoterra e si immette nel canale di epoca romana

Il Fucino conta circa 14mila ettari coltivabili. La sfida da affrontare ora è quella di conservare l'acqua a scopi irrigui, non soltanto drenarla via dalla conca.

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