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La castanicoltura deve fare il salto di qualita' e diventare professionale

La coltivazione del castagno ha conosciuto tre annate positive. Dal 2015 al 2017 le quantità sono aumentate dopo i gravi danni causati dal cinipide. Ma Elvio Bellini, presidente del Centro di studio e documentazione sul castagno di Marradi (Firenze), invita a non abbassare la guardia.

"Le ultime annate positive - è intervenuto il presidente sull'ultimo numero di Castanea - non devono indurre ad allentare la presa. La nostra produzione italiana solo in sporadici casi è di tipo professionale. Nella maggior parte dei casi, invece, i castagneti sono vecchi di secoli, non sono facilmente raggiungibili con mezzi meccanici, spesso sono disetanei e fuori sesto a causa di rimpiazzi o riconversioni".



In Europa uno dei principali paesi produttori è la Turchia e vi sono aziende di quel paese che esportano in Italia durante tutto l'anno (cfr. FreshPlaza del 4/12/2016) anche per rifornire le industrie di trasformazione.

"Il castagno trova le sue migliori condizioni - aggiunge Bellini - nelle zone collinari e pedemontane, ma una castanicoltura moderna deve adattarsi anche a terreni poco declivi per poter mettere a dimora impianti sempre più moderni".



Enrico Zanzi, tecnico della Vivai F.lli Zanzi, spiega che la varietà più diffusa è la Bouche De Betizac che vendono sia in Italia, sia all'estero. "Oltre frontiera - dice Zanzi - abbiamo esportato anche in Croazia e Bulgaria. Chi realizza oggi un impianto di castagno, lo fa in maniera sempre più professionale. L'irrigazione è pressoché obbligatoria, il sesto d'impianto simile al noce quindi 5x5. Non può mancare la concimazione di fondo e un piano nutrizionale. Il castagno predilige un pH del terreno piuttosto acido".

Quello che conta, poi, è la qualità del prodotto finale. Già da qualche anno, Unitec ha messo a punto Chestnut Vision, innovativo sistema non distruttivo ideato e realizzato da Unitec per selezionare la qualità delle castagne. Oltre alla calibratura, il sistema rileva la difettosità delle castagne, in particolare delle castagne bacate, anche di quelle che presentano un forellino molto piccolo di solo mezzo millimetro di diametro e altri difetti della buccia.

La castanicoltura italiana deve ingranare un paio di marce in più e accelerare (cfr. FreshPlaza del 15/09/2018). Occorre fare massa critica, essere presenti sui mercati per almeno due mesi con continuità e costanza di qualità. Confezionare bene, comunicare e creare un bisogno. La castagna deve essere venduta trasmettendo le emozioni del territorio da cui proviene.

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