L'appellativo di catalogna non lascia dubbi sulla sua provenienza. Ma quando parliamo della cicoria di Galatina intendiamo il classico subbra taula leccese. Infatti, i cuori di questa verdura si mangiano crudi e non c'è pranzo che si rispetti che, alla sua conclusione, non porti in tavola questa prelibatezza per pulirsi la bocca, come dicevano i nostri nonni.
"Si coltiva prevalentemente nel basso Salento e da seme riprodotto dagli stessi agricoltori, i veri custodi della biodiversità di questo prodotto - spiega a FreshPlaza Francesco Romano, manager presso la pugliese Ro.Gr.An - Il suo calendario commerciale va da ottobre ad aprile e si utilizzano principalmente imballaggi in legno, maggiormente rappresentativi della rusticità e tipicità del territorio".
"La sua biodiversità fa sì che, nel Salento, la coltivazione della cicoria di Galatina trovi il suo habitat naturale e, senza utilizzo di fitofarmaci, si riesce a ottenere un prodotto di ottima qualità, salubre e ipocalorico - continua Romano - Il mercato locale è attualmente uno dei principali per questo prodotto a km zero, ma pian piano si sta allargando anche alla grande distribuzione italiana ed estera".
Quest'anno, l'andamento commerciale della verdura - come per tutti i vegetali - ha un po' risentito del clima invernale abbastanza mite, con prezzi mediamente remunerativi per la produzione e un'impennata nella seconda decade di febbraio. "A causa delle abbondanti piogge e di un ritorno inaspettato di freddo - sottolinea Romano - la quotazione del prodotto ha raggiunto buoni livelli di rimuneratività".
Durante la presentazione a Fruit Logistica 2018, i clienti della Ro.Gr.An hanno apprezzato molto la degustazione di questo prodotto tipico salentino, ancora non troppo conosciuto in Nord Europa. "Con pochi semplici ingredienti - conclude Romano - il nostro chef ha realizzato delle piccole degustazioni che hanno attratto l'attenzione di numerosi visitatori".
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