Pomodori 'fluorescenti' utilizzati come carburanti: nuovi nanomateriali low cost
I cosiddetti carbon dots sono una nuova classe di nanomateriali a fluorescenza che viene studiata dagli scienziati poiché può sostituire i coloranti organici, ma soprattutto i cosiddetti punti quantici (semiconductor quantum dots), gli "atomi artificiali" con un'infinità di potenziali utilizzi. Possono essere sfruttati per produrre luce, immagazzinare energia, nelle cellule fotovoltaiche del futuro e persino come vettori per trasportare farmaci contro il cancro. Un'altra applicazione possibile è quella di unità fondamentale per i computer quantistici.
I carbon dots ottenuti dai pomodori sono una validissima alternativa ai punti quantici "tradizionali" per una semplicissima ragione: si producono a buon mercato. Per ottenere dai frutti rossi una polvere cristallina con carbon dots di elevata qualità, i ricercatori hanno sviluppato una laboriosa procedura. È infatti necessario fare a pezzi i pomodori, trasformarli in poltiglia con un compattatore in tessuto, immergerli in acqua, cuocerli in un forno a microonde, centrifugarli e infine filtrarli.
Aggiungendo composti organici come etilendiammina (EDA) e urea ai carbon dots, i ricercatori coordinati dal professor Jinping Wang sono riusciti a regolarne la fluorescenza. In alcuni esperimenti condotti con queste nanoparticelle hanno dimostrato l'elevata biocompatibilità con i funghi, che si illuminano quando investiti da un laser, inoltre hanno valutato la reazione con la vanillina, una sostanza alla base dei processi produttivi di alcuni biocarburanti. Le applicazioni potenziali per i carbon dots ottenuti dai pomodori sono molteplici, ma saranno necessari ulteriori studi di approfondimento. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Nanotechnology.