"Aspettavamo questo testo, ma dopo averlo letto sappiamo che i miglioramenti promessi non ci saranno: il settore del biologico perderà competitività, sarà rallentato e il lavoro di noi organismi di certificazione sarà inutilmente complicato. Tutto questo senza aggiungere alcuna garanzie per i consumatori". Ecco i principali punti critici presenti nel decreto.
- TURNOVER ORGANISMI DI CONTROLLO
Conseguenze: così strutturato il provvedimento limita la libertà di impresa contravvenendo ad uno dei principi del nostro ordinamento democratico, aumenta i costi delle imprese inutilmente e riduce la competitività in ambito internazionale. Il rapporto di fiducia che si instaura fra azienda certificata e organismo di certificazione viene, con questo decreto, dipinto come un rapporto di familiarità ispirato al "favoritismo" ed al "familismo", elementi che non hanno mai caratterizzato il settore delle produzioni biologiche e sono in contrasto con il sistema di certificazione vigente sia in ambito europeo che in ambito internazionale. Tutto ciò si tradurrà in un aumento dei costi a carico del sistema produttivo nazionale e sfavorirà i nostri prodotti. In nessun paese europeo è previsto un simile turnover.
- PROPRIETÀ ORGANISMI DI CONTROLLO
Conseguenze: la norma riguarda sia anche le partecipazioni indirette da parte di organismi associativi (organizzazioni di impresa, cooperative, consorzi, associazioni, etc). Queste però sono consentite in tutta Europa, e non solo: in tutti i settori produttivi che infatti hanno pieno interesse per un sistema di controllo e certificazione affidabile e competente. La presenza delle associazioni degli imprenditori garantisce una strutturata rete di imprese che si affida a un consolidato sistema di certificazione. Il decreto legislativo rischia di raggiungere risultati opposti a quelli che si prefigge.
Il modello da seguire è invece quello del controllo diffuso, che dove già applicato allontana il pericolo di conflitto di interessi, favorendo invece un equilibrio di interessi.