La crisi di Ferrara Food puo' mandare in default il distretto del pomodoro
Attualmente l'azienda di trasformazione, che assorbe quasi il 40% del pomodoro del distretto produttivo ferrarese, ha pagato agli agricoltori solo il prodotto consegnato a luglio; mancano però all'appello i conferimenti, ben più "pesanti", di agosto e settembre. Una situazione di forte crisi per il comparto che, secondo le organizzazioni agricole, occorre risolvere al più presto, attraverso un tavolo di concertazione istituzionale che riesca a salvare l'azienda, il reddito delle aziende e un intero distretto produttivo.
Timori per una possibile chiusura
"Per i produttori, il fallimento e la chiusura dello stabilimento di Argenta significherebbe non avere un'alternativa sul territorio per conferire il pomodoro, con un conseguente abbandono della coltura e la perdita di una importante possibilità di reddito. Le aziende agricole, infatti, hanno effettuato investimenti, scegliendo il pomodoro da industria per differenziare la produzione e migliorare la redditività agricola. Non dimentichiamo, inoltre, – continuano Cia e Confagricoltura – che lo stabilimento di Ferrara Food dà lavoro a molte persone, dal personale fisso a quello stagionale, e la sua chiusura porterebbe a una perdita consistente di posti di lavoro sul territorio".
Le associazioni sono disponibili a un tavolo di confronto istituzionale per la risoluzione della crisi, al quale pensiamo debbano sedersi anche le banche che in questa situazione, secondo loro "hanno ovviamente un ruolo determinante perché, di fatto, il pomodoro di Ferrara Food è di loro proprietà. Gli istituiti bancari potrebbero - a determinate condizioni e garanzie - dare liquidità all'azienda che riuscirebbe a pagare i produttori, ma anche dare continuità produttiva per la prossima campagna, così da consentire alle aziende agricole di pianificare la produzione nel 2017".
I tempi per agire sono comunque ristretti.