Il 47% della popolazione italiana consuma arance, con un valore medio di 98 g/giorno, che significa un consumo che può variare da 100 fino a 500 g/giorno nelle persone adulte (>18 anni) e superare i 65 g/giorno nei giovani (<18 anni).

I ricercatori dell'Università degli Studi di Catania e del CREA-ACM (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l'analisi dell'economia agraria – Centro di Ricerca per l'Agrumicoltura e le Colture Mediterranee di Acireale) hanno analizzato il contenuto dei composti bioattivi presenti nelle arance rosse, considerando le singole cultivar (Moro, Tarocco e Sanguinello), e nei succhi di frutta (ottenuti sia da non concentrato sia ricostituiti da concentrato). Successivamente, hanno simulato l'assunzione di questi composti dai consumatori di arance rosse.
Sia la composizione chimica sia l'assunzione di antiossidanti (antociani, acido ascorbico e acidi idrossicinnamici) sono state determinate per le tre cultivar di arance rosse e i succhi di frutta. Il lavoro completo è stato pubblicato sulla rivista internazionale Food Chemistry.
I valori medi dei composti bioattivi rilevati nella parte edibile delle arance erano: 9,6 mg/100 g per gli antociani; 8,1, 0,7, 1,3, 3,8, 2,5 mg/100 g di acidi idrossicinnamici totali, ac. caffeico, ac. sinapico, ac. ferulico e ac. cumarico, rispettivamente e 59,1 mg/100 g di acido ascorbico.
Il consumo di arance rosse contribuisce a un'assunzione giornaliera di 9,4 mg (fino a 55 mg/giorno) di antociani e 58,5 mg (fino a 340 mg/giorno) di vitamina C, rispettivamente - spiegano i ricercatori- I dati suggeriscono che il 50% dei consumatori, maschi e femmine, ricevono più del 70% e il 90% del valore EAR (Estimated Average Requirement, Fabbisogno Medio Stimato) di vitamina C, rispettivamente. Il 25% dei maschi e il 40% delle donne ha un apporto superiore alla EAR.
Fonte: Biagio Fallico, Gabriele Ballistreri, Elena Arena, Selina Brighina, Paolo Rapisarda, 'Bioactive compounds in blood oranges (Citrus sinensis (L.) Osbeck): Level and intake, 2017, Food Chemistry, Vol. 215, pag. 67–75. www.sciencedirect.com/science/article/pii/S030881461631175X