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Esito della missione di Macfrut in Africa

Kenya: un mercato potenziale per la frutta e le tecnologie italiane

"La Gdo si sta espandendo anche in Kenya. Carrefour ha aperto un supermercato a Nairobi e ne sono previsti altri. Sono oltre 4 milioni le persone con un reddito al pari dei Paesi occidentali. In Kenya non si vende solo tecnologia, ma anche frutta a lunga shelf life oppure, se ci sono i margini, frutta e verdura spedite per via aerea". Così Renzo Piraccini, presidente di Cesena Fiera. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare le sue impressioni sul Kenya, a seguito di una recente missione in Africa.


Supermercato Carrefour a Nairobi (foto R.P.)

Se il ruolo di una fiera è quello di avvicinare le imprese e scovare nuovi mercati, Macfrut cui sta provando in tutti i modi. "In Kenya abbiamo toccato con mano un mercato in evoluzione – esordisce Piraccini – con una grande effervescenza nel settore ortofrutticolo. Abbiamo visitato un supermercato Carrefour: la qualità della frutta e della verdura esposta era paragonabile alla nostra".


Il reparto ortofrutta

Diversi i prodotti europei sui banchi dell'ortofrutta come, ad esempio, il kaki Rojo Brilante spagnolo. E poi mele Pink Lady del Sudafrica. "Credo che anche sul fronte del fresco, le aziende italiane più strutturate potrebbero organizzarsi per esportare in questi mercati alcune referenze".


Mele sudafricane a Nairobi

In Kenya, la delegazione composta da Piraccini, Cecilia Marzocchi dell'ufficio estero di Macfrut ed Enrico Turoni del consorzio Cermac, ha visitato alcune realtà produttive. Ci sono circa una decina di aziende di ortofrutta che sono di medie-grandi dimensioni, con un fatturato fra i 10 e 70 milioni di euro. Queste sono dislocate non lontane da Nairobi e quindi nei pressi dell'aeroporto, in modo da avere una facile logistica per i trasporti di frutta e verdura per via aerea".


Lavorazione di passion fruit

"Fra le destinazioni, la Gran Bretagna specie per fagiolini e buste con mini-verdure. Ma anche in Italia vengono importati i fagiolini del Kenya, in inverno. Per la frutta, la nazione africana è una forte produttrice di mango, avocado, passion fruit e ananas".


La manodopera costa 6 dollari al giorno.

"Poi vi è un'ampia realtà – continua il presidente - di aziende di medie dimensioni. Il locale ministero all'agricoltura le sta sostenendo con la realizzazione di 7 centri refrigerati per lo stoccaggio e la lavorazione dell'ortofrutta. In questi centri, la tecnologia è presente ma non troppo, Non dobbiamo dimenticare che la manodopera locale ha un costo di 6 dollari al giorno a persona".


Lavorazione di legumi.

"Però alcune operazioni, come i cartoni per il packaging, necessitano di montaggio automatizzato per ottenere un risultato perfetto, specie per le confezioni destinate al trasporto via mare. Le opportunità ci sono, la globalizzazione, se da un lato penalizza i nostri produttori, dall'altro apre nuovi mercati".