Frutta senza semi e sicurezza alimentare: come l'una influenza l'altra
Un team di ricercatori dell'Università di Exeter (Regno Unito) ha svolto una nuova ricerca su come i breeder si stiano sforzando nell'incrementare la resa frutticola in tutto il mondo, aggirando la necessità delle piante di riprodursi attraverso l'impollinazione degli insetti.
Tutto ciò si ottiene inducendo la partenocarpia - artificialmente o attraverso mutazioni genetiche - che porta la pianta a generare frutti senza semi, e quindi che non necessitano di impollinazione. Lo studio dimostra come la partenocarpia accresca la qualità e la quantità dei frutti.
Tuttavia, il team precisa che la partenocarpia non dovrebbe essere considerata una "panacea per il successo dell'agricoltura"; piuttosto dovrebbe essere applicata parallelamente a pratiche ecocompatibili per incoraggiare le popolazioni impolllinatrici.
La ricerca è stata pubblicata l'11 novembre sul Journal of Applied Ecology. Jessica Knapp dell'Environment and Sustainability Institute, University's Penryn Campus della Cornovaglia, nonché autrice principale dello studio ha dichiarato: "E' sicuramente fondamentale per noi incoraggiare e incrementare le popolazioni di impollinatori autoctone per garantire che le colture e le piante selvatiche prosperino il più possibile. Comunque, la partenocarpia può accrescere di molto la genuinità e la quantità delle colture essenziali, come ad esempio mele e pomodori, che potrebbero faticare a essere impollinate naturalmente".
Lo studio ha mostrato che la partenocarpia ha migliorato la quantità e la qualità di 18 colture che tradizionalmente dipendono dagli impollinatori. Secondo gli stessi ricercatori, le colture partenocarpiche potrebbero permettere ai produttori di prolungare le stagioni di coltivazione, incrementare la resilienza delle colture nei confronti di condizioni meteorologiche avverse, e migliorare la sicurezza alimentare.
Fonte: eurekalert.org