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Bambini bombardati dal marketing digitale sui cibi poco sani: servono leggi
"I nostri governi hanno dato la massima priorità politica alla prevenzione dell'obesità infantile - afferma Jakab - Ciò nonostante osserviamo che i bambini, la categoria più vulnerabile, sono esposti a un numero incalcolabile di tecniche di marketing digitali nascoste" che promuovono alimenti poco salutari. Una minaccia, quella del cosiddetto cibo spazzatura propagandato con un 'e-marketing' a misura di bimbo, di cui "i genitori potrebbero essere inconsapevoli o sottovalutare l'impatto nocivo. E' quindi responsabilità dei politici individuare il pericolo e agire rapidamente".
L'OMS Europa punta il dito contro "l'assenza di una regolamentazione efficace dei digital media in molti Paesi", con il risultato che "i bambini sono sempre più esposti a tecniche persuasive di marketing. Un trend che persiste a tassi ostinatamente alti, nonostante le percentuali elevate di obesità infantile in quasi tutta la Regione europea dell'Organizzazione mondiale della sanità". Secondo l'agenzia, i governi dovrebbero "estendere on-line le forme di tutela dei bambini previste off-line, definendo chiaramente le fasce d'età da tutelare, e da quale tipo di messaggi".
L'ente ricorda come la comunità scientifica indichi il marketing alimentare come un importante fattore che contribuisce a costruire intorno ai piccoli un "ambiente obesogeno", ed è in grado di influenzare le preferenze e le scelte dei bimbi, modellando le loro abitudini dietetiche e aumentando il rischio di obesità.
E "il marketing digitale può rappresentare una scappatoia per chi lo opera - ammonisce l'OMS Europa - considerando che attualmente è soggetto a poche regole o a nessuna, con un livello minimo di controlli". Contemporaneamente è anche "molto più potente" di quello tradizionale, perché attraverso canali specifici può essere indirizzato a particolari categorie bersaglio. Messaggi di cui "spesso i genitori non si accorgono", magari perché non controllano ogni forma di attività dei figli in Rete, o perché sottovalutano questo tipo di rischio. E il mezzo digitale è particolarmente 'subdolo', analizza ancora l'Organizzazione mondiale della sanità, perché riesce a coinvolgere i bambini sul piano emozionale, incoraggiandoli a condividere le esperienze con i loro amici. "Un cocktail dubbio quando usato per promuovere cibi non salutari".
"Si stima che in Europa il 25% dei bambini in età scolare sia in sovrappeso o già obeso", e si ritiene che "oltre il 60% dei bimbi sovrappeso prima della pubertà sarà sovrappeso anche in età adulta - ricorda Gauden Galea, direttore della Divisione malattie non trasmissibili e promozione della salute dell'OMS Europa - Ciò fa presagire un futuro cupo, perché sappiamo che sovrappeso e obesità sono fattori chiave di rischio per malattie cardiovascolari, cancro e diabete. Permettere all'industria alimentare di commercializzare prodotti ad alto contenuto di sale, grassi e zuccheri ai bambini attraverso piattaforme digitali, senza regole adeguate, può avere enormi conseguenze sanitarie ed economiche".
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