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Goji: la bacca cinese ora parla italiano grazie al progetto Lykion

"Con tutto il rispetto, basta con le cineserie. L'Italia, come tutti sanno, è il giardino d'Europa, e qui ci si può permettere di coltivare qualunque eccellenza agricola, compreso il goji. E noi lo stiamo dimostrando coi fatti". Rosario Previtera è uomo di terra – una laurea in scienze agrarie in tasca e un lungo cursus honorum da consulente in agricoltura per enti pubblici e privati in Calabria – ma anche di business.


Rosario Previtera

Proprio da Reggio Calabria, sua terra d'origine, in un paio d'anni, tra produttori, trasformatori, ristoratori e agriturismi, ha messo su praticamente dal nulla una rete di 30 imprese, che oggi dispone di oltre 15 ettari coltivati a goji bio in Calabria, Puglia, Basilicata e, da poco, anche nel Lazio: ossia l'impianto diffuso più grande del Vecchio Continente per ciò che concerne la coltivazione di queste millenarie piante medicamentose di origine asiatica i cui frutti anticamente venivano chiamavano "diamanti rossi" per le loro notevoli proprietà terapeutiche e nutritive.



Una filiera controllata, un progetto imprenditoriale di respiro multiregionale inaugurato nel 2015 e ribattezzato "Lykion" – dalla scritta in greco impressa su un'ampolla del IV-II° secolo a.C., ritrovata a Pompei e contenente presumibilmente il "licio" appunto, considerato ai tempi un collirio naturale – che alle spalle non ha grandi investimenti né multinazionali dell'ortofrutta ma semplicemente una scommessa (quella appunto di trapiantare nel Bel Paese il Lycium barbarum per offrire al mercato un goji 100% italiano di alta qualità), e tanto olio di gomito.

 

La bacca cinese ora parla italiano
Rosso, piccolo e di forma ovoidale leggermente allungata come un peperoncino, capace al palato di percorrere tutta la gamma dei gusti – dal dolciastro all'amaro al salato – di famiglia solanacea come i pomodori e le melanzane, di pianta rampicante per vocazione: è questa la carta d'identità delle bacche di goji, un energizzante naturale ricco di vitamine e sali minerali, che finora in Europa si trovava solo (o quasi) in forma essiccata.



Almeno fin quando l'intuizione di Previtera non ha consentito di vedere sui nostri mercati anche il prodotto fresco, in versione biologica e certificata: "Le bacche essiccate, quelle che si trovano comunemente già da qualche anno nei nostri supermercati o nelle farmacie, sono frutto di una varietà meno pregiata, il Lycium chinense. Che vengano pagate 2 euro online o 100 euro dal farmacista, arrivano sempre e comunque dalla Cina, per cui sono necessariamente piene di conservanti: solfiti, sali, forse anche aflatossine", ha spiegato a Milano l'agronomo calabrese, nel corso di una presentazione alla stampa che ha anticipato la partecipazione della filiera del Goji Italiano® all'edizione 2016 di Golosaria.

"La rete di imprese Lykion, sostenuta dalle ricerche delle Università di Salerno, Napoli, Reggio Calabria e Urbino, garantisce invece la fornitura di bacche di Lycium barbarum appositamente selezionato. Bacche fresche o disidratate che, coltivate al caldo sole del Sud Italia secondo rigidi disciplinari di produzione biologica da parte delle aziende agricole associate, sono naturali al 100%, senza conservanti e certificate, tra gli altri, dai marchi 'Vegan ok' e 'Bio'".



"Un prodotto perfettamente allineato ai dettami della nutraceutica, la scienza che studia le caratteristiche terapeutiche e preventive dei cibi e che rappresenta ormai l'orizzonte futuro del settore agroalimentare. Noi, ovviamente, siamo per il prodotto fresco da mangiare anche come frullato o come ingrediente di un piatto, ma pure se consumate in forma essiccata, in confettura, conserva e persino in infuso, le bacche di goji rappresentano in tutti i casi un vero pieno di salute, energia, benessere".



Un prezioso alleato contro i radicali liberi
Il goji, in effetti - lo dicono alcuni dati - è da considerarsi come un "superfruit". In particolare, il suo apporto in termini di capacità antiossidante contro i radicali liberi sembrerebbe superiore a quello di qualunque altro alimento. A riprova di queste asserzioni ma anche per confutare chi, periodicamente, cerca di sminuire il valore nutraceutico di questi singolari frutti dal vago sapore di uva bianca, la rete Lykion snocciola le risultanze dei test effettuati, in circa 4 anni di sperimentazioni, dal Dipartimento di Scienze Biomolecolari dell'Università di Urbino.

Il Dipartimento ha collaborato alle ricerche nella fase di start-up del Goji Italiano®, attestando in conclusione che le bacche ottenute da una filiera certificata bio e controllata sono in grado di soddisfare appieno il fabbisogno di 3 mila/5 mila Orac (l'unità di misura del potere antiossidante di alimenti e integratori) da introdurre giornalmente nell'organismo con effetto antiossidante contro i radicali liberi.



E se già al tempo dell'antica Pompei, era noto che la pianta di Lycium barbarum possedesse componenti benefiche per la salute della vista come il betacarotene, le evidenze scientifiche moderne ci dicono che il goji ha proprietà anti-infiammatorie, stimola le ghiandole biliari depurando il fegato, e la sua quantità di polifenoli, oltre all'effetto antiossidante, agisce positivamente anche sul metabolismo cellulare.



Quando la salute è nel piatto
"Qualsiasi pietanza preparata con queste bacche diventa, di fatto, un functional food – sostiene ancora Previtera – non a caso in occasione di Golosaria, la Filiera del Goji Italiano ha presentato le nuove conserve e confetture nutraceutiche ad alto valore antiossidante: da quelle 'in purezza' a quelle che accostano le bacche fresche e biologiche di goji alla zucca gialla, alla cipolla rossa di Tropea e al bergamotto. Prodotti che si possono utilizzare a pranzo e cena, come snack o come contorno durante ogni pasto, abbinando così alla gustosità un valore aggiunto nutraceutico".

L'estrema versatilità in cucina, difatti, è un altro dei punti di forza delle bacche di goji su cui il network di imprese presieduto da Rosario Previtera sta improntando la strategia di commercializzazione di questo nuovo prodotto made in Italy. Nella rete Lykion, oltre ad aziende che puntano a spingere sul Goji Italiano® come veicolo di incoming turistico nei territori vocati alla coltivazione, per chiudere una filiera completa che dal campo finisce direttamente in tavola sono coinvolti anche chef e ristoratori in grado di preparare e offrire al pubblico raffinati e creativi menù a base del superfruit tanto amato dai salutisti.



A Golosaria è toccato allo chef executive Enzo Cannatà (nella foto qui sopra), assistito dalla divulgatrice televisiva Anna Aloi, dare una dimostrazione empirica di questo binomio salute-gusto, attraverso uno show cooking che ha consentito al pubblico di vedere dal vivo come si possono accostare perfettamente le bacche di goji con una tartare di tonno o con un risotto ai gamberi rossi di Mazara del Vallo e persino con una crema chantilly.



L'agricoltore al centro del progetto

La presenza alla kermesse milanese ideata da Paolo Massobrio, che è stato un po' il battesimo ufficiale davanti al grande pubblico della filiera del Goji Italiano®, è solo l'ultimo step di una campagna di promozione che ha già portato la rete Lykion ad esportare le sue bacche in Svizzera, Austria, Germania, e a metterle sugli scaffali di alcuni player della Gdo italiana.

Il progetto, però, al netto dell'attuale crescita commerciale e di un outlook potenzialmente in ascesa sul medio periodo (secondo le stime, i consumi europei di goji sono destinati ad aumentare stabilmente nel prossimo quinquennio), vuole rimanere saldamente ancorato al principio ispiratore della "filiera agricentrica", quella che garantisce cioè prima di ogni altra cosa, alta redditività al produttore.

"L'intero progetto nasce da questo impegno – conferma Rosario Previtera – dare risposte certe e immediate in termini di reddito ai produttori e in particolare a quelli del Sud Italia, territorio che sul piano delle colture agricole tradizionali sta pagando dazio più di tutti al mercato globalizzato, e che grazie a questa naturale vocazione alla coltivazione di goji bio, sta trovando un'alternativa concreta. La rete Lykion è la prima in Italia ad aver costruito, intorno alle bacche di goji, una filiera controllata, biologica e certificata, in grado di garantire 20 euro/Kg ai suoi produttori associati".



I tecnici di Lykion calcolano che, nell'arco di un triennio, le piante di Lycium barbarum ("almeno quelle coltivate da Roma in giù", puntualizzano), a regime, possano rendere mediamente fino a 10 tonnellate di goji a ettaro, con un ritorno economico per il produttore che, tenendo conto dell'elevato prezzo al dettaglio delle bacche fresche, può arrivare fino a 40 mila euro.

Una resa ingente rispetto alla redditività agricola media. E che peraltro riesce anche a ripagare l'agricoltore, in tempi abbastanza contenuti, dei costi dell'impianto che, tra acquisto delle piante, impianto irriguo e pali per il caratteristico "allevamento a spalliera", ammontano a circa 30-35 mila ad ettaro.



"La pianta è rustica e non necessita di particolari cure – così Previtera rassicura chi volesse entrare nella filiera del Goji Italiano – pretende solo terreni sabbiosi e tanto, tanto sole. La nostra rete garantisce comunque tutta l'assistenza tecnica del caso. E' nella fase di raccolta invece, da effettuare esclusivamente a mano, che ci vuole il massimo impegno da parte dell'agricoltore. Poi, dopo il conferimento, le bacche vengono lasciate in cella-frigo, fino a un massimo di 15 giorni, per poi essere inviate al mercato del fresco più vicino o destinate ai trasformati. Ma il margine di guadagno maggiore, alla fine, spetterà sempre a lui, all'agricoltore. Su questo, garantisce Lykion".



Clicca su play per una video-intervista a Rosario Previtera.


Per info:
Rete di Imprese LYKION per il GOJI ITALIANO

Via Nazionale, 668
Villa San Giovanni (RC)
Tel.: 0965 794323
Email: info@gojiitaliano.com
Email: rete.lykion@gojiitaliano.com
Web: www.gojiitaliano.com
Su: Fruttaweb.com
Su Facebook: Goji Italiano
Su Google+: Goji italiano
Su Youtube: Goji Italiano

Autore: Francesco Condoluci per FreshPlaza
Data di pubblicazione: