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FAO: la lotta alla fame e quella ai cambiamenti climatici devono procedere insieme

L'impegno di sradicare la fame e la povertà deve andare di pari passo con una rapida trasformazione del settore agroalimentare, per fronteggiare un mondo più caldo. E' questo il messaggio che l'agenzia dell'ONU per l'agricoltura e l'alimentazione, la FAO, ha lanciato in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione, che si è tenuta domenica 16 ottobre.

Il consueto rapporto annuale "Lo stato del cibo e dell'agricoltura 2016" mette in luce che coltivazioni e allevamento generano un quinto dei gas serra globali e che devono fare di più per ridurre il riscaldamento climatico e al tempo stesso per combattere gli effetti di questo riscaldamento.

"Il cambiamento climatico minaccia tutte le dimensioni della sicurezza alimentare - ha detto il direttore generale della FAO José Graziano da Silva nella prefazione del rapporto -. Esporrà i poveri delle città e delle campagne a prezzi del cibo più alti e volatili. Colpirà anche la disponibilità del cibo, riducendo la produttività di raccolti, allevamenti di bestiame e di pesci, e danneggerà l'accesso al cibo, distruggendo i mezzi di sostentamento di milioni di agricoltori. La fame, la povertà e il cambiamento climatico devono essere affrontati insieme".

Per la FAO gli effetti del cambiamento climatico vengono già avvertiti in alcuni raccolti di cereali. Il riscaldamento porterà probabilmente a una perdita del contenuto nutritivo di alcuni cibi, come il calo dello zinco, del ferro e delle proteine nei cereali di base, e provocherà nuovi problemi sanitari, compresa la dissenteria per gli umani e un gran numero di malattie degli animali.

Il rapporto della FAO descrive sistemi alternativi ed economicamente sostenibili di aiutare i contadini poveri a sostenere agli effetti del cambiamento climatico. Sementi resistenti al caldo e in grado di assorbire maggiormente i fertilizzanti azotati e una gestione della fertilità del suolo a zero dissodamento potrebbero far decollare la produttività e i redditi dei contadini.

Il rapporto individua anche le strade per minori emissioni dalle attività agricole. Sistemi alternativi che riducono l'allagamento delle coltivazioni di riso, ad esempio, possono tagliare le emissioni di metano del 45%, mentre le emissioni dal settore zootecnico possono essere ridotte del 41% con l'adozione di pratiche più efficienti. La FAO indica anche politiche e misure finanziarie per lo sviluppo sostenibile dell'agricoltura.
Data di pubblicazione: