
Falstaff si contraddistingue per la buccia rossa, la polpa croccante, l'elevato grado zuccherino e un buon equilibrio con la componente acida. Può essere commercializzata solo dal Club e, passo precedente, prodotta solo dagli agricoltori che ne fanno parte.

Falstaff ha alle spalle una storia particolare: nata dal programma di breeding del CREA di Forlì, ad opera di Lorenzo Rivalta e poi proseguito dall'allora direttore Walther Faedi. Proprio ebbe anni fa l'intuizione di mettere in relazione il pubblico con il privato per una collaborazione vincente sul fronte della ricerca. Newplant è costituito da Apoconerpo, Apofruit e Orogel Fresco, tre grandi organizzazione di produttori che, sul fronte pera, detengono circa il 40% della produzione.
"Attualmente – spiegano i ricercatori Gianluca Baruzzi e Giuseppina Caracciolo – il progetto di ricerca del Crea contempla uno stretto rapporto con Newplant e settimanalmente ci si ritrova e ci si confronta per fare il punto della situazione. Ogni anno nel campo sperimentale del Crea di Forlì abbiamo circa 300 accessione fra melo e pero. Di queste, 5-10 vengono prese in considerazione in quanto ritenute le migliori".

A questo punto entra davvero in gioco Newplant con le proprie competenze tecniche. I produttori vengono coinvolti per la coltivazione degli impianti di prova. Ogni anno i frutti vengono valutati sotto tutti i punti di vista. Tecnici, produttori e commerciali si confrontano continuamente allo scopo di valutare ogni singolo aspetto.

"Il progetto pomacee del Crea – concludono Baruzzi e Caracciolo – negli anni ha portato a varietà diventate poi un successo mondiale, come Carmen, senza trascurare altre pere estive come Boheme e Aida, queste ultime due tolleranti al Colpo di fuoco batterico. Riteniamo che l'intuizione della collaborazione fra pubblico e privato sia vincente sotto tutti i punti di vista".