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Una ricerca del Disafa, Universita' di Torino

Batteri acetici per intrappolare la Drosophila suzukii

Alcune specie di batteri acetici (BAA) svolgono ruoli importanti nel metabolismo e nella fisiologia di Drosophila spp. e in alcuni casi trasmettono benefici ai loro ospiti.

La Drosophila suzukii può ospitare una serie di BAA simili a quelli di altre specie analoghe. Gli entomologi del Disafa dell'Università di Torino hanno valutato la possibilità di sfruttare la capacità di alcuni ceppi di AAB di produrre sostanze volatili che attirano le femminile D. suzukii.

"Abbiamo indagato la preferenza di D. suzukii per alcuni ceppi di AAB, di cui abbiamo caratterizzato i profili volatili per identificare i componenti interessanti e non, prodotti da ceppi dei generi Acetobacter, Gluconobacter e Komagataeibacter." dicono i ricercatori.

Dalle prove è risultata la prefernza di D. suzukii per un ceppo di Komagataeibacter e per due ceppi di Gluconobacter. Dall'analisi dei profili dei componenti volatili dei due ceppi di Gluconobacter è emerso che l'acido acetico, oltre ad essere il composto più abbondante, è emesso anche dopo 48 h di crescita batterica, confermando così la rilevanza di questo volatile nel profilo degli isolati per attirare le mosche. Mentre un diverso composto volatile è stato identificato come attrattivo per D. suzukii nel ceppo di Komagataeibacter. Inoltre, anche la variazione della concentrazione di derivati dell'acido butirrico rilevata in alcuni ceppi può influenzare la preferenza di D. suzukii.

I ricercatori concludono: "I nostri risultati indicano che i ceppi di Gluconobacter e Komagataeibacter isolati da D. suzukii hanno il potenziale di produrre sostanze che potrebbero essere sfruttate per sviluppare trappole attrattive specifiche per un approccio di controllo sostenibile."

Fonte: Mazzetto F., Gonella E., Crotti E., Vacchini V., Syrpas M., Pontini M., Mangelinckx S., Daffonchio D., Alma A., 'Olfactory attraction of Drosophila suzukii by symbiotic acetic acid bacteria', July 2016, Journal of Pest Science , Vol. 89(3), pag. 783-792. link.springer.com/article/10.1007/s10340-016-0754-7