In Italia e all'estero, nei canali della Gdo l'azienda commercializza a marchio del distributore; nel segmento dell'horeca invece a marchio proprio. Detta brevemente: si tratta di autentici esperti in fatto di frutta trasformata in marmellate e confetture; li abbiamo incontrati durante l'ultima edizione del Cibus di Parma e l'occasione è stata utile per scoprire le tendenze in atto nel settore, in Italia e all'estero, non senza qualche sorpresa.

Lo stand della Menz & Gasser al Cibus 2016.
Partiamo dalle referenze, in un settore in cui – e il Cibus ne è stata una dimostrazione – si assiste a una ricerca di gusti e mix particolari: la domanda che viene spontanea è se questa ricerca della novità, alla fine, paghi oppure no.
Ci spiega Michele Bernardi, responsabile marketing dell'azienda, che "sì, di gusti particolari ne vengono proposti, ma alla fine in Italia i sapori che vanno per la maggiore sono quelli classici: fragola, ciliegia, albicocca e more. Sommati insieme fanno l'80% dei volumi commercializzati e venduti".
All'estero la situazione non è tanto diversa; qui per la maggiore vanno i tradizionali albicocca e fragola, mentre paesi diversi possono avere altre marmellate e confetture di punta. Ad esempio nei paesi dell'Europa Centrale va il lampone, la mora è rimpiazzata dal ribes nero, mentre alla ciliegia preferiscono l'amarena, più asprigna.

Nello stand della Menz&Gasser al Cibus. Da sinistra a destra Giuliano Berni, Michele Bernardi (responsabile Marketing), Manuel Dell'Osta.
Ma se almeno nella scelta dei gusti il consumatore si dimostra abbastanza tradizionalista, qualcosa sta invece cambiando sul fronte dei formati e della composizione delle marmellate. "Quello che vediamo e che i nostri clienti ci chiedono – riprende Bernardi – è una riduzione del contenuto di zuccheri, dal tradizionale 60% al 45/50% e questo, unito alla riduzione dei volumi, ci porta a un prodotto che, a parità di grammatura, pesa meno", infatti è lo zucchero a incidere di più sul peso del prodotto finito.

Vasettini della Menz & Gasser.
Inoltre la tendenza è quella di formati di vendita più piccoli. "Abbiamo sviluppato nuove confezioni per le monoporzioni da 28 grammi e stiamo spingendo molto sul riconfezionamento dei prodotti, specie nel Regno Unito. Dalla crisi economica è cambiato l'approccio del consumatore: spreca meno, così la confezione da 8 miniporzioni si dimostra molto pratica ed è adatta alla gita fuori porta, a chi magari ha una seconda casa", o anche a single o famiglie di piccole dimensioni.

L'azienda di Trento ha anche una linea di marmellate monoporzioni bio.
Per motivi diversi, una riduzione dei formati commerciali la stanno chiedendo sempre di più in uno dei mercati di vendita all'estero della Menz & Gasser: il Giappone dove, ci spiega Bernardi, "vanno molto mirtillo nero, fragola e albicocca; vogliono un prodotto poco zuccherato, solo il 32% di zucchero, perché (a differenza di quanto capita da noi, ndr) usano la marmellata come dolcificante per il the. Sono molto esigenti sul packaging: la confezione deve essere perfetta, non può essere minimamente deformata, altrimenti si va incontro a una contestazione del prodotto, tant'è che proprio per il Giappone abbiamo sviluppato un riconfezionamento ad hoc introducendo un sigillo di garanzia".
"Rispetto agli altri paesi chiedono un formato dei barattoli e vasi più piccolo, 170 grammi, perché hanno case piccole, fanno la spesa spesso e soprattutto ci vanno usando i mezzi pubblici", leggasi che formati più grandi inizierebbero a pesare troppo nella busta della spesa, specie se te la devi scarrozzare su metro e autobus.

Vasetti in 'formato famiglia'.
"E' un mercato nuovo per noi – riprende – ma del resto se lavori con costanza con il Giappone è anche un bel biglietto da visita per tutti gli altri mercati del Sud Est asiatico", dove peraltro la Menz & Gasser è già presente e dove le marmellate e le confetture le chiedono "soprattutto gli occidentali (immigrati o turisti, ndr) e chi, nato lì, ha avuto modo di viaggiare molto, assimilando la cultura occidentale. La domanda è in aumento, considerando che in Malesia, Vietnam, Indonesia e Thailandia sta crescendo la classe media e con essa i gusti si stanno facendo più sofisticati, complice anche l'influsso del Giappone".

Lo stand della Menz&Gasser al Cibus.
Per produrre le proprie marmellate, l'azienda di Trento si rifornisce, per la materia prima, da tutto il mondo, Italia compresa. "In tanti – chiosa Bernardi – chi chiedono un prodotto interamente made in Italy, ma vincolarsi a un unico fornitore potrebbe essere un'arma a doppio taglio: sarebbe sì un plus importante e spendibile, ma in Italia (per i quantitativi generati dalla Menz & Gasser, ndr) mancano i volumi".

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