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Mantova: pomodoro in crisi, produzione in calo del 10%

Non c'è pace per i produttori mantovani di pomodoro da industria. La trattativa tra industriali e agricoltori infatti, nonostante i numerosi incontri fin qui organizzati, non riesce ancora a decollare per trovare un accordo sul prezzo di acquisto della materia prima, che resta fermo alla prima proposta di 77 euro alla tonnellata.

"Una cifra – spiega Corrado Ferrari, presidente della sezione pomodoro di Confagricoltura Mantova – che resta abbastanza al di sotto di quella necessaria per coprire i costi di produzione. Stiamo vivendo una situazione delicata e tuttora in stallo. I costi per la produzione dei pomodori non diminuiscono, ma il prezzo va sempre più al ribasso. Settantasette euro non è una quota adeguata".

Per capire quanto sia delicata la situazione attuale dei produttori di pomodoro basta dare uno sguardo al prezzo dello scorso anno, che ammontava a 92 euro alla tonnellata: "Con una produzione media di 660 quintali per ettaro – prosegue Ferrari – e costi di produzione superiori ai seimila euro per ettaro, abbiamo a malapena coperto le spese".

A questo punto, da parte delle OP c'è stata una decisione radicale: una riduzione della quantità di pomodoro sul mercato di circa il 10%, per cercare di riequilibrare domanda e offerta: "C'è stato forse un eccesso di produzione – spiega meglio Ferrari – e con più prodotto disponibile di conseguenza cala l'offerta, è la legge del mercato. Per questo le principali OP del nord Italia hanno deciso da pochi giorni di ridurre i programmi di semina nei vivai del 10%, per dare un segnale all'industria e per cercare di ristabilire domanda e offerta (cfr. FreshPlaza del 15/03/2016). Vedremo che tipo di comportamento adotterà l'industria, di certo da parte nostra non c'è la volontà di cedere".

Perché la qualità del pomodoro italiano è inimitabile altrove: "Adottiamo una produzione certificata da lotta integrata, dobbiamo seguire un disciplinare volto a garantire sanità e salubrità del prodotto. Abbiamo fatto sempre grandi sforzi, usando prodotti meno tossici e meno fitofarmaci, per una coltivazione che si distinguesse sul mercato. Negli anni scorsi la concorrenza arrivava dalla Cina, paese però dove usano ancora il ddt come pesticida, quest'anno va di moda la Spagna, che offre un prodotto trasformato a partire da 75 euro la tonnellata, ma con regole diverse e meno garanzie di qualità. Se vogliamo salvaguardare il Made in Italy bisogna sostenerlo da ogni parte".

Il grido d'allarme arriva anche da Coldiretti Mantova, che ricorda come il danno prodotto dal mancato accordo sul prezzo riguardi una coltura che nella provincia si estende su circa quattromila ettari.
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