"Alessandro Dalpiaz (APOT): "Vogliamo creare una mela non solo sana, bella e buona, ma 'consapevole' "
Una sfida stagione dopo stagione, per comprendere con la massima accuratezza possibile il livello di impatto in termini di consumo energetico, impatto che ha a che fare certamente con la coltivazione, ma altresì con la produzione, la conservazione fino alla commercializzazione della mela. Obiettivo? Creare una mela che non sia solo sana, bella e buona, ma che sia "consapevole", per dirla in termini metaforici, cioè coerente con l'ambiente naturale, ove l'intervento umano sia il più sostenibile possibile.
Alessandro Dalpiaz, direttore di APOT
"Per il mondo produttivo l'elemento discriminante oggi non è il processo, ma il prodotto finale, che sia compatibile con le regole della natura", ha dichiarato Alessandro Dalpiaz. "E' da anni che avviciniamo il tema della sostenibilità; Assomela ha ottenuto la prima 'Dichiarazione Ambientale di Prodotto' già nel 2012, grazie alla piena condivisione e organica collaborazione tra i Consorzi, portando ad un significativo risultato per l'intero settore produttivo melicolo italiano. Per giungere alla certificazione abbiamo analizzato diverse macrovariabili nella filiera 'campo – commercializzazione', con la quantificazione dei parametri 'carbon footprint', 'blue water footprint' ed 'ecological footprint'. Un'analisi scientifica più approfondita è stata parallelamente affidata alla libera Università di Bolzano, che con le proprie competenze scientifiche ha analizzato il ruolo di diversi altri fattori che incidono sulla "impronta carbonica" del processo produttivo del settore della mela".
"Significativo il fatto che in Trentino Alto Adige, - ha proseguito Dalpiaz - dove si produce il 75% delle mele italiane, quasi tutta l'energia usata per la frigoconservazione delle mele derivi da fonti rinnovabili. In ogni caso questo processo avvicina sempre di più l'obiettivo di una frutticoltura sostenibile e pulita, con al centro la salute del 'Sistema', che comprende le risorse naturali, il territorio, i produttori e la collettività nel suo insieme".
"Il lavoro di monitoraggio e di analisi svolti dai produttori testimoniano un'ottima collocazione del settore melicolo nella 'piramide di impatto' in termini energetici – ha concluso Dalpiaz - L'importanza del risultato ha portato Assomela e i più importanti Consorzi Associati a chiedere ed ottenere la conferma della certificazione ambientale di prodotto per il periodo 2016 – 2018".
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APOT rappresenta i consorzi "Melinda", "La Trentina" e "Valli Trentine", con 5.070 soci produttori in 8.961 ettari di meleti. Il sistema occupa negli stabilimenti 1400 lavoratori; la produzione di mele del 2015 è stata di circa 500.400 tonnellate.