Il marciume verde-azzurro è la malattia post-raccolta più comune in mele e pere in conservazione, ed è causato da diverse specie di Penicillium, di cui la più importante è Penicillium expansum, seguita da altre specie tra cui P. griseofulvum. Quest'ultimo è particolarmente virulento nei confronti delle mele: Golden Delicious e Royal Gala sono le più suscettibili a P. griseofulvum. Oltre al decadimento qualitativo dovuto allo sviluppo del marciume, P. griseofulvum produce contemporaneamente sia elevati livelli di sostanze tossiche come la patulina, compromettendo così la sicurezza del prodotto, sia sostanze con interessanti proprietà farmacologiche, come la griseofulvina, che ha proprietà antimicotiche.
Ricercatori italiani dell'Università di Torino e spagnoli di Barcellona e Valencia hanno sequenziato il genoma di un ceppo di P. griseofulvum isolato da mele piemontesi e hanno descritto i gruppi di metaboliti secondari legati alla presenza del fungo sul frutto. Il sequenziamento del DNA ha rivelato i cluster genici per la biosintesi di patulina, griseofulvina, roquefortina, penicillina, yanuthone D e acido ciclopiazonico.
Foto Davide Spadaro
Luis González-Candelas dell'Instituto de Agroquímica y Tecnología de Alimentos (IATA-CSIC) di Valencia (Spagna) conclude: "Questi risultati forniscono informazioni utili per comprendere le basi molecolari della biosintesi di metaboliti secondari in P. griseofulvum, e per consentire un'ulteriore ricerca diretta alla sovraespressione o all'interruzione della sintesi di specifiche sostanze che possono minacciare la salute del consumatore se presenti sui frutti".
Fonte: Houda Banani, Marina Marcet-Houben, Ana-Rosa Ballester, Pamela Abbruscato, Luis González-Candelas, Toni Gabaldón, Davide Spadaro, 'Genome sequencing and secondary metabolism of the postharvest pathogen Penicillium griseofulvum', gennaio 2016, BMC Genomics, 17:19.
link.springer.com/article/10.1186%2Fs12864-015-2347-x
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Luis González-Candelas
Instituto de Agroquímica y Tecnología de Alimentos (IATA-CSIC)
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Davide Spadaro
DISAFA, Università degli Studi di Torino
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