Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Con il primato nazionale di qualita' torna anche il raccolto

Toscana: castanicoltura sulla via della guarigione (+50%)

La castanicoltura toscana è sulla via della guarigione. Rispetto allo scorso anno ci sarà il 50% in più di castagne. La lotta al cinipide inizia a dare i primi buoni frutti e dopo quattro anni orribili, con la produzione che si è progressivamente ridotta fino quasi ad azzerarsi, le previsioni ed i primi segnali sono incoraggianti anche se sono ancora lontani i bei tempi in cui i 16mila ettari di castagneti da frutto regalavano fino 24 mila tonnellate fra marroni e castagne.

La Toscana resta saldamente in cima alla vetta della qualità nazionale con 5 tipi di castagne e derivati: il Marrone del Mugello IGP, il Marrone di Caprese Michelangelo DOP, la Castagna del Monte Amiata IGP, la Farina di Neccio della Garfagnana DOP e la Farina della Lunigiana DOP. A fornire un primo quadro è Coldiretti Toscana sulla base dell'analisi dell'Associazione Nazionale Città del Castagno (info su www.toscana.coldiretti.it).

"L'introduzione dell'antagonista naturale del cinipide galligeno, il Torymus sinensis, sta dando già ottimi risultati – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana. – I primi riscontri sono incoraggianti. E' un'annata inaspettata che rimette in moto un'economia molto importante che produce un'integrazione al reddito decisiva per la stabilità delle aziende agricole. La castanicoltura ha permesso a molte generazioni di sopravvivere in passato e lo sta facendo ancora tutto oggi".



La ridotta produzione locale aveva provocato lo scorso anno una massiccia importazione di prodotti dall'estero in particolare da Spagna, Portogallo, Turchia, Slovenia e Romania.
Data di pubblicazione: