I prezzi al produttore sono molto alti: 1,00-1,10 euro. "Almeno un 20% in più rispetto all'anno scorso. E qualche centesimo in più rispetto al prodotto d'importazione, per esempio quello spagnolo, in arrivo sui nostri mercati a prezzi comunque sostenuti. In Sicilia le quotazioni sono determinate anche dall'industria del trasformato, che sta pagando il prodotto non commercializzabile come fresco a 0,30-0,35 euro. In campagna si parte quindi da questa base".
La speranza è che tali prezzi si mantengano. "Ogni volta si comincia bene, ma poi si arriva a gennaio con una flessione del 40% rispetto alle quotazioni di partenza. Poi ogni stagione ha la propria storia, quindi prevedere cosa accadrà è praticamente impossibile".
Generalmente, con il Femminello siracusano si arriva fino a giugno. "Se però è vero che la raccolta è in anticipo - spiega Attilio - è palese anche la mancanza di circa il 40% di limone Bianchetto, la seconda fioritura del Femminello che si va a raccogliere da aprile in poi. In questo caso registreremo una carenza di prodotto".
A livello qualitativo, i limoni risultano superiori alla scorsa campagna. "Non registriamo infestazioni da insetti o acari e le piogge abbondanti li hanno resi più succosi. E' davvero un buon frutto e ci permetterà di essere competitivi".
Mercati e concorrenza
Oltre alla commercializzazione sui mercati italiano ed europeo in genere, il Gruppo Villari ha molta richiesta da Paesi arabi e continua a registrare la domanda da parte dei Paesi asiatici, interessati agli agrumi siciliani, in particolare al limone. "Pressante la richiesta della Cina, ma con cui non stiamo facendo affari per via dei problemi burocratici legati alle documentazioni per l'export. Diventa rischioso inviare container o cargo aerei che potrebbero non entrare davvero nel Paese".
Il Gruppo proseguirà inoltre con l'export verso la Giordania. "Lo scorso anno siamo stati i primi a esportare limoni in questa nazione. Come i Paesi limitrofi, si tratta di un mercato che richiede frutti di calibro grande - 2 e 3 - e di elevata qualità".
"Al momento Spagna e Turchia sono i nostri principali competitor - sottolinea Attilio - Generalmente in Est Europa è la Turchia a concorrere con il nostro prodotto esportato, perché agevolata dal punto di vista logistico e di quotazioni, assai inferiori rispetto alle nostre. Dalle notizie che mi giungono, pare però che quest'anno la nazione registri meno limoni".
Per quanto riguarda invece Nord Italia, Francia e Germania, la spina nel fianco è rappresentata dalla Spagna. "Non credo che quest'anno sentiremo una forte concorrenza spagnola. Prevedo una buona campagna per tutte le nazioni produttrici e una certa stabilità, senza colpi di scena. In particolare mi riferisco al riversamento di prodotto turco sui mercati europei registrato a seguito dell'embargo russo. Al momento, i quantitativi ancora limitati spingono a prezzi iniziali elevati e il mercato del limone dovrebbe mantenere questi livelli almeno fino a dicembre".
Arance
Prevista una buona produzione con una discreta qualità. "Tra circa dieci giorni inizieremo la raccolta della Navel. Stiamo attendendo che raggiunga il giusto grado zuccherino. Cominceremo sia con il prodotto convenzionale, sia con quello biologico".
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Gruppo Villari S.r.l.
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