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CREA ha presentato a Expo la nuova frontiera del miglioramento genetico vegetale

Mille sono le sfide che attendono l'agricoltura: dalla crescente domanda di risorse alimentari per far fronte all'aumento demografico planetario alla richiesta di "qualità", che sempre più deve essere sostenuta da un'adeguata certificazione di prodotto e di processo e non solo dal riconoscimento di un valore tradizionale o legato al luogo di produzione.

A tal fine, il miglioramento genetico delle piante gioca un ruolo fondamentale ed è sempre più dipendente dalle conoscenze del loro genoma. La ricerca in questo campo fa continui progressi, grazie ai quali vi sono opportunità prima impossibili. Ad esempio, la tecnologia del "genome editing", in grado di guidare l'evoluzione dei geni attraverso l'introduzione di mutazioni mirate, rappresenta una delle frontiere della scienza genetica ed avrà un grande impatto sul miglioramento genetico delle piante nel prossimi anni.

Il CREA sta già lavorando in questa direzione: con il suo centro di Genomica e Bioinformatica coordina "ExpoSEED", un progetto di collaborazione internazionale recentemente approvato nell'ambito del programma H2020 e finalizzato allo sviluppo di sistemi di genome editing nelle specie coltivate. "ExpoSEED" intende introdurre mutazioni mirate nei geni che controllano lo sviluppo dei semi per migliorare le capacità produttive e le caratteristiche qualitative dei semi, nelle specie in cui il seme rappresenta la parte edibile (soia, riso, orzo, frumento, ecc).

Se ne è parlato ieri a Expo, nell'incontro "L'agricoltura del futuro: quali biotecnologie usare per garantire a tutti il diritto al cibo?", organizzato dal CREA, per mettere a fuoco le esigenze dell'industria sementiera e vivaistica nazionale e per verificare con i produttori gli obiettivi strategici per l'agroalimentare nazionale. Occorrono, infatti, nuovi programmi di miglioramento genetico pubblici e privati per sostenere le produzioni tradizionali italiane, adattandole alle nuove condizioni climatiche, senza alterare le caratteristiche qualitative che rappresentano il fattore distintivo del Made in Italy alimentare.

"Il progresso delle conoscenze genomiche sta rivoluzionando il modo con cui vengono selezionate le varietà coltivate delle specie di interesse agrario – ha affermato Alessandra Gentile, Commissario delegato CREA, concludendo i lavori - Dopo i risultati ottenuti attraverso la trasformazione genetica e l'utilizzo delle tecnologie basate sull'uso di marcatori molecolari degli anni 2000, i metodi per indurre mutazioni mirate in specifici geni di interesse rappresentano la nuova frontiera del miglioramento genetico vegetale. E il CREA è già attivamente impegnato in questa sfida per l'agricoltura del futuro".
Data di pubblicazione: