Vale così la pena ripescare un articolo di Jaclyn Skurie, del National Geographic, che indaga su come vengano create le previsioni future sulla popolazione mondiali; stime che, in quanto tali, potrebbero anche rivelarsi sotto o sovrastimate, con tutto quello che ne consegue, anche in termini di politiche per una maggiore produzione alimentare.
Ne è dimostrazione il fatto che al momento della pubblicazione dell'articolo (2013) l'Onu stimava in 9,6 miliardi di persone la popolazione mondiale mentre nel 2000 la stima era di 8,9 miliardi.

Anche altre organizzazioni hanno stimato a quanto ammonterà la popolazione mondiale. l'United States Census Bureau - scrive la Skurie - parlava di 9,4 miliardi.
Il motivo di tutta questa variabilità, scrive la giornalista, è che le proiezioni demografiche sono dinamiche, create a partire da una fotografia del mondo attuale, ma molti dei fattori presi in considerazione non sono perfettamente chiari e soprattutto sono in continua evoluzione.
Nella pratica, i demografi prendono in considerazione tre elementi: il tasso di natalità, quello dei decessi (con un'aspettativa di vita rivista sempre in aumento), e le migrazioni, attingendo dai dati dei censimenti effettuati praticamente in ogni angolo del pianeta. A questi tre fattori l'Onu aggiunge anche i progressi raggiunti o meno nella realizzazione di iniziative internazionali come sono gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
Tuttavia esistono due elementi che portano a pensare che le stime sulla popolazione futura siano da prendere con le molle. Il primo è che tra gli elementi di partenza non vengono mai considerati fattori imprevedibili come guerre, carestie, epidemie; per esempio non è considerata la diffusione del virus HIV e dell'Aids, nonostante nel 1970 a oggi abbia influenzato i dati demografici di molti paesi.
Inoltre, e questo è il secondo elemento, il rapporto delle Nazioni Unite sulle prospettive mondiali della popolazione, aggiornato ogni due anni, fornisce non una bensì tre proiezioni: una alta, una media e una bassa, tra le quali viene considerata attendibile quella media.
Nella proiezione più alta viene considerato il caso che ogni due donne nasca un bambino in più; viceversa la proiezione più bassa parte dall'assunto che ogni due donne nasca un bambino in meno. Secondo queste due proiezioni più estreme, secondo i dati 2013 riportati dalla Skurie, le stime erano rispettivamente di 10,9 e 8,3 miliardi di abitanti entro il 2050.
Rielaborazione FreshPlaza su fonte www.nationalgeopraphic.com