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Fondi UE, Corte dei Conti: inadeguati i controlli sullo sviluppo rurale

Il tasso medio di errore nella spesa dei fondi europei per lo sviluppo rurale nell'UE fra 2011 e 2013 è stato dell'8,2%. Ad essere inadeguati sono i sistemi di controllo, perché le verifiche non sono complete e sono basate su informazioni insufficienti. Questo il giudizio della Corte dei Conti europea, in un rapporto dedicato all'attuazione delle politiche di sviluppo rurale, definite "troppo complesse".

Secondo la responsabile del rapporto, Rasa Budbergyte, il tasso di errore di spesa rilevato "è alto in maniera inaccettabile".

L'Italia fa parte del gruppo di Paesi esaminato (assieme a Danimarca, Bulgaria, Grecia, Spagna, Cipro, Ungheria, Malta e Romania) con la performance peggiore nell'eseguire i pagamenti e nei tassi di errore.

A livello UE, secondo la Corte dei Conti due terzi degli errori sono stati registrati nel caso di misure di investimento (soprattutto sovvenzioni per l'acquisto di macchinari agricoli e di trasformazione degli alimenti) e un terzo per gli aiuti "legati all'area", che includono le compensazioni di tecniche agricole più amiche dell'ambiente. Fra le buone pratiche rilevate dalla Corte dei Conti c'è il caso italiano della Regione Sicilia, per la procedura di selezione delle domande di aiuti. Le domande vengono sottoposte a due verifiche e la seconda, destinata solo alle domande che hanno superato la fase preliminare viene considerata "completa".

L'UE e gli Stati membri hanno stanziato oltre 150 miliardi di euro per lo sviluppo rurale nel periodo 2007-2013, un ammontare suddiviso quasi in parti uguali fra misure di investimento aiuti "legati all'area".
Data di pubblicazione: