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Le proprieta' della cherimoya, i valori nutrizionali e come si mangia

La cherimoya è conosciuta anche con il nome di annona ed è un frutto tropicale forse poco diffuso sulle nostre tavole e nei supermercati, ma non difficile da trovare.

E' una pianta che si presume sia originaria dell'America Meridionale, non si sa con precisione se nella zona delle Ande o dell'Argentina visto che ne esistono diverse varietà simili - ma afferenti ad un'unica specie - in varie zone del continente: tendenzialmente si presenta come un frutto verde dalla buccia simile alla pelle del serpente, con piccoli avvallamenti, dalla polpa profumata e dolce a piena maturazione.

Mangiare la cherimoya non è difficile: è simile a un avocado come struttura, quindi si può scavare tranquillamente con un cucchiaino dopo averla aperta a metà. La buccia non è edibile quindi va scartata, esattamente come i grandi semi all'interno che sono potenzialmente velenosi.


(Foto: Flickr)

I valori nutrizionali della cherimoya sono afferenti a quelli di frutti come mele, pere, pesche, albicocche o ananas, vale a dire i frutti molto acquosi: per questo apporta molta acqua e vitamine idrosolubili; a spiccare maggiormente è la vitamina C nonostante sia comunque presente in quantità inferiore rispetto ad agrumi, kiwi o fragole.

La cherimoya è poi un frutto in grado di fornire una buona quantità di fibre e potassio, indispensabile per il corretto mantenimento delle fibre muscolari in pieno vigore. Scarsa in lipidi e colesterolo, quindi indicata a chi deve tenere sotto controllo i grassi, più di ogni altra cosa la cherimoya fornisce un alto apporto energetico quindi è bene regolarsi sul consumo, che deve attestarsi attorno ai 150-300 milligrammi al giorno.

L'elemento nutrizionale fondamentale della cherimoya è però un polifenolo antiossidante, l'annonacina (o acetogenina) che è considerato un valido antitumorale, anche se ad alte concentrazioni è potenzialmente neurotossico; in Guadalupa viene ritenuto responsabile di alcune forme di Parkinson precoce, probabilmente dovute al consumo continuo o all'esposizione cronica alla cherimoya.
Data di pubblicazione:

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