"Francesco Pugliese (Conad): "Il mercato e' dopato e il consumatore e' piu' avanti della Gdo"
(Foto Osserva Italia - Affari&Finanza).
Dopo 22 settimane di cali consecutivi dei consumi, davanti a modelli di acquisto e di consumo stravolti, 5 milioni di extracomunitari sul territorio nazionale, nuove domande e povertà, l'industria e la distribuzione sono chiamate a dare risposte concrete ed efficienti per affrontare i problemi del mercato.
Pertanto, anche se i dati di novembre della Gdo registrano una lieve ripresa dei consumi, serve un'analisi finalizzata a invertire la rotta. Questo, in parte, il compito svolto dai partecipanti al forum milanese: il sociologo Vanni Codeluppi, Giovanni Fantasia (Nielsen), Vito Gulli (Generale Conserve), Lorenzo Morelli (preside della Facoltà di Scienze Agrarie, alimentari e ambientali dell'Università Cattolica), Francesco Pugliese (Conad) e Giulio Sapelli (economista), moderati da Laura Pertici di Repubblica TV.
Giovanni Fantasia, AD Nielsen, ha subito messo in luce come la fiducia degli italiani sia calata nel corso del 2014 rispetto al resto d'Europa: "Un trend che ha inciso sulle abitudini dei consumatori: 4 su 5 hanno cambiato comportamento per risparmiare sulla spesa, spendere meno e meglio".
(Grafici di Silvano Di Meo).
"Se le famiglie italiane applicano ogni giorno la spending review sulla spesa - ha premesso Fantasia - non significa che sia venuta meno la qualità nella scelta dei prodotti. Anzi, se l'alternativa non è di valore, il cliente preferisce la rinuncia. E' anche vero che i consumatori italiani sono sempre più attenti agli sprechi: il 94% guarda la data di scadenza di un prodotto, l'86% le confezioni che garantiscono una buona conservazione mentre il 73% spreca meno cibo valutando le porzioni".
Attenzione, però. Secondo Fantasia, anche nel momento in cui arriverà la ripresa, i consumi non torneranno ad essere quelli del periodo pre-crisi e chi vende dovrà adattarsi.
(Grafici di Silvano Di Meo).
"C'è una maggiore propensione alla spesa fra gli anziani - ha notato Fantasia - mentre la maggiore riduzione dei consumi si è registrata fra i giovani. Un altro parametro importante è la propensione al risparmio che è diffusa anche fra chi avrebbe la disponibilità economica per effettuare più acquisti. Proprio da questi ultimi, nel momento in cui i timori si attenueranno, potrebbe arrivare un importante impulso per la ripresa".
(Grafici di Silvano Di Meo).
"Sta poi emergendo la figura dello smartshopper - ha continuato Fantasia - colui che sfrutta la tecnologia per informarsi sui prodotti in vendita e per acquistarli. I consumatori intelligenti sono soprattutto giovani, ma anche fra gli anziani ci sono gli smartshopper".
"In un contesto in cui il consumatore cerca di risparmiare - ha terminato Fantasia - e favorita dallo sviluppo delle tecnologie, sta prendendo piede la sharing economy, una condivisione di beni e servizi".
Secondo l'AD Conad, Francesco Pugliese (sotto), il consumatore oggi è "più avanti" rispetto ai distributori e agli operatori del largo consumo che hanno una visione distorta del mercato. Una situazione che è figlia di un Paese che, a sua volta, ha una visione strabica dell'economia e delle strategie economiche da attuare per ridare ossigeno al Paese. Un Paese che non è competitivo su scala globale per carenze infrastrutturali e normative complesse".
(Foto Osserva Italia - Affari&Finanza).
"Il mercato è dopato - è tornato a dire Francesco Pugliese - Ogni prodotto dovrebbe avere il prezzo giusto ma oggi non è così. Per contro, la Gdo oggi continua a parlare di fedeltà, ma la fedeltà è del cane e non del consumatore. Il cane è fedele al padrone perché gli dà da mangiare. Nei confronti del consumatore bisogna invece essere leali, vale a dire trasparenti. E, se qualcosa non va, dobbiamo dirglielo".
Ecco allora che Vito Gulli di Generale Conserve ha avvisato: "Non bisogna fare confusione fra Pil e crescita dei consumi. Probabilmente è vero che non torneremo ai numeri di dieci anni fa ma non è detto che il Pil intanto non cresca. A parità di consumi, il Pil cresce di più se gli italiani acquistano prodotti nazionali. Lo dico da imprenditore: questa è l'unica strada possibile per invertire il trend".
"Il consumatore - ha osservato Lorenzo Morelli, preside della Facoltà di Scienze agrarie dell'Università Cattolica - ha reagito alla crisi facendo la stessa cosa della grande distribuzione: ha eliminato il magazzino, ovvero il frigo è vuoto".
"Siamo sicuri che la mega confezione da 1,5 kg di biscotti serva veramente al consumatore single? Ci sono altre criticità che invece vanno affrontate dal punto di vista del consumatore anziano. E, in generale, bisogna andare incontro alle esigenze del consumatore, guidarne l'acquisto, rafforzandone così la fiducia".
(Foto Osserva Italia - Affari&Finanza).
"Gli italiani sono costretti a tirare la cinghia ma vorrebbero poter tornare a spendere - ha detto fuori dal coro il sociologo Iulm, Vanni Codeluppi - Ilnostro consumatore è immaturo se paragonato agli altri Paesi: è arrivato tardi al consumismo e non ha sviluppato una consapevolezza dei consumi e dei suoi diritti, anche se ovviamente ci sono stati dei progressi nel tempo. La maggioranza degli italiani ha dei comportamenti che possono sembrare virtuosi ma in realtà sono dettati dalla crisi. Un altro fattore determinante sui consumi è dato dal fatto che i figli rimangono in famiglia e dunque non diventano consumatori attivi".
"Sembra un paradosso ma nel lungo periodo saremo tutti felici - ha invece concluso l'economista Giulio Sapelli - Perfino i giovani cominciano a essere più attenti ai consumi grazie alla tecnologia. E si guarderà alla sostenibilità di un prodotto prima di decidere se acquistarlo o meno".