Dicono dalle parti del Veneto che sarà un inverno freddo e questo sta accendendo le speranze dei coltivatori di radicchi tardivi, un patrimonio orticolo che da diversi anni sta dando soddisfazione e reddito. Se il tempo non tradirà, si intravedono interessanti prospettive: non tanto sul fronte della quantità, perché è prevista una sensibile diminuzione di raccolto, ma della qualità e quindi della relativa resa economica.
Il presidente del Consorzio di tutela del radicchio IGP rosso di Treviso e variegato di Castelfranco Paolo Manzan (a sinistra nella foto, insieme a Francesco Daminato, presidente OPO Veneto) dichiara : "Con la qualità ci siamo: vedo campi di radicchi belli e sani; tradiscono un po' i quantitativi. Il maltempo ha disturbato semine e trapianti e, in alcune zone, la crescita. Siamo fiduciosi".
I radicchi tardivi, soprattutto IGP, a partire dal loro re, il rosso spadone di Treviso, negli ultimi anni hanno realizzato mediamente buone performance: in alcune stagioni sono state più scintillanti, in altre meno, ma alla fine i conti sono sempre tornati.
Del resto, sottolineano i dati, il radicchio, in particolare il tardivo, è uno dei pochi ortaggi che non sono stati travolti dalla crisi dei consumi di verdura: hanno tenuto le posizioni e in qualche situazione le hanno migliorate.
Le previsioni di quest'anno, mettendo insieme le stime che arrivano dalle aree del radicchio IGP, che è quello che garantisce qualità ed è riferimento commerciale anche per le quotazioni, indicano che c'è un generale calo di produzione. Si calcola che ci si fermerà sotto il milione di quintali.
Nello scorso anno si era arrivati al milione 100 mila quintali (dato di Veneto Agricoltura). L'arretramento dunque potrebbe essere sensibile. Sono dati, comunque, da valutare sempre con un pizzico di distacco e di relatività.
Le stime vengono effettuate in base alle semine, ai trapianti e ai danni provocati dal maltempo (piogge, grandine e temperature anomale), fattori negativi che si sono avuti in quasi tutte le aree venete del radicchio di Treviso, di Castelfranco, di Verona, del Padovano e del Polesine.
Stabile la situazione nell'area del radicchio IGP di Chioggia: qui le piogge e il maltempo in generale non hanno provocato particolari perdite, grazie anche alla qualità del terreno, che drena bene l'acqua.
"L'annata dovrebbe confermare il raccolto dello scorso anno", fa presente Giuseppe Boscolo Palo (nella foto a destra), presidente del Consorzio del radicchio IGP di Chioggia: "attorno ai 600 mila quintali di tondo, del quale soltanto una parte molto limitata ha il bollino IGP. Come Consorzio siamo preoccupati perché il 99 per cento del radicchio IGP di Chioggia in circolazione è falso. Si spaccia come di Chioggia un radicchio tondo che tale non è: un falso generalizzato. Un danno per i coltivatori che rispettano il disciplinare e aderiscono al Consorzio di tutela".
Dall'area veronese e vicentina del radicchio semilungo arrivano notizie positive sulla qualità: "C'è poco prodotto, ma, in compenso, è eccellente, commenta Gianni Lora (nella foto a sinistra), presidente della Cooperativa "Corte Veneta" di Cologna Veneta, socia di OPO Veneto. Si è partiti bene, con un prezzo valido; poi si è scesi un po': la speranza è che le quotazioni si mantengano su buoni livelli".
Nelle terre del radicchio semilungo, del quale solo una piccola frazione è IGP, si ritiene che si avrà un quasi meno 30 per cento di tardivo: lo stesso dato che si è registrato per il precoce e il medio, stando un primo indicativo bilancio.
Sono stime che vengono confermate da OPO Veneto, che sta seguendo con attenzione l'evolversi della situazione, tenendo conto dell'esperienza in campo. Federico Nadaletto (nella foto a destra), agrotecnico, responsabile del Magazzino mezzi tecnici di OPO Veneto, un punto di riferimento degli orticoltori per semine, trapianti e trattamenti, calcola che, se il tempo non giocherà contro, come ha fatto in primavera e in estate, le perdite dei radicchi tardivi potrebbero fermarsi al 20 per cento. Mentre sono state ben più vistose per i precoci e i medi. Per i primi si è arrivati in alcune aree a -40%, per i secondi a -30%.
Anche a ottobre, comunque, il tempo non è stato particolarmente felice per i radicchi: ancora troppa pioggia rispetto alla media, nuvolosità, foschie e, complessivamente, poca luce, tutte condizioni che non fanno bene allo sviluppo dei tardivi.
Altra incognita sono i consumi, che continuano a rimanere bloccati e ad arretrare a causa della crisi che non dà tregua. I radicchi hanno finora mantenuto le posizioni, ma resisteranno? Sui radicchi, i signori delle tavole invernali, tante speranze, ma anche incognite e incertezze.


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