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Secondo Adrian Barlow, English Apples and Pears, l'embargo non danneggera' il mercato
Regno Unito: la campagna delle mele sembra positiva
La campagna delle mele inglesi sembra positiva. I caldi mesi primaverili hanno contribuito a un'ottima fioritura e la buona combinazione di caldo e pioggia ha portato a buone pezzature.
Adrian Barlow della English Apples and Pears ha detto che le prime Discovery sono state raccolte alla fine di luglio e sono arrivate sul mercato a inizio agosto: "Tutte le Discovery e Galmac sono state raccolte mentre le Delbarestivale, una varietà piuttosto moderna, e le Windsor precoci si stanno raccogliendo ora. Ci siamo quasi anche per le Bramley.La stagione è di 3-4 settimane in anticipo, ma non così tanto come nel 2011. Non ci dovrebbero essere problemi a raggiungere le stime o addirittura superarle".
Si tratta di una buona notizia per il comparto, che negli ultimi due anni ha sofferto a causa di raccolti in ritardo. Secondo Barlow, lo scorso anno le vendite non si sono mai risollevate, nonostante un aumento tra dicembre e gennaio.Al momento si aspetta che la domanda cresca a settembre, con la riapertura delle scuole.
Per le pere, invece, Barlow non è così ottimista. "La coltura è un po' deludente, simile all'anno scorso. Non c'è stato un aumento delle superfici in quanto i coltivatori non sono convinti che l'investimento sarà ripagato".
Le conseguenze dell'embargo
Per quanto riguarda l'embargo russo, Barlow non crede che il mercato delle mele verrà danneggiato più di tanto: "Il mercato britannico è particolare, in quanto vengono preferite mele più piccole. Quest'anno le pezzature in Europa sono piuttosto grandi. Anche noi abbiamo mele più grandi, ma non come le loro."
Inoltre, ci sono buone opportunità per le esportazioni al di fuori dell'Ue: la Turchia ha 650.000 tonnellate in meno a causa del maltempo, mentre i Balcani ne hanno 200.000 in meno. "Non è un volume molto diverso da quello che veniva solitamente assorbito dalla Russia. Anche le produzioni cinesi sono in calo del 5% (-1,5 milioni di tonnellate) e qualcuno dovrà pur rifornire la Russia, il che vuol dire che si creeranno buchi in altri mercati".
"Se gli operatori valuteranno la situazione attentamente e cercheranno di sviluppare nuovi mercati invece di riversare tutto il prodotto in Europa, le cose non dovrebbero andare così male. Anche il piano comunitario dovrebbe aiutare, purché si accetti che non possiamo fare forniture gratis a settori come organizzazioni benefiche, scuole e case di riposo".
La situazione delle pere è più problematica. "Molto del prodotto coltivato in Belgio e, in misura minore, nei Paesi Bassi era inviato in Russia. Queste sono le aree sulle quali bisogna intervenire maggiormente. La cosa positiva è che in tutta Europa il settore è d'accordo sul metodo con cui bisogna affrontare il problema".
Testo a traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.