"Grande potenziale sul mercato cinese, ma la richiesta non e' ai livelli della Russia"
Il boicottaggio russo, imposto all'inizio di agosto, ha avuto un impatto diretto sull'azienda. "Avevamo un paio di veicoli in viaggio verso la Russia e sono dovuti tornare indietro. Anche se il prodotto è stato venduto ad un'altra nazione, la situazione ha influito sul prezzo", riferisce Martijn Vogelaar. "Tuttavia, anche i clienti russi sono rimasti improvvisamente a bocca asciutta: se noi abbiamo un problema, anche loro ce l'hanno. Si è tentato di trovare delle soluzioni per far entrare la frutta attraverso altri Paesi, ma questa non è una cosa che si può gestire direttamente."
"La nuova stagione ci terrà con il fiato sospeso, tuttavia per natura non sono pessimista. Si troveranno altri mercati, servirà solo del tempo", racconta Martijn. Recentemente, una delegazione governativa cinese ha fatto visita ad un coltivatore che rifornisce Fruvo per controllare se risultasse idoneo ai rigorosi requisiti imposti dal protocollo delle esportazioni. "La Cina è un mercato gigantesco, ma non mi illudo certo di riuscire a conquistarlo. Serviranno degli anni per riuscire a costruire qualcosa. Per capirci, l'anno scorso abbiamo inviato complessivamente in Cina la stessa quantità che abbiamo esportato in Russia in due settimane."
"Il nostro vantaggio è che con 150 ettari di coltivazioni di proprietà riusciamo a vendere tutto. Le vendite spaziano dal Nord Europa all'Africa del Nord, dall'Irlanda fino all'Europa dell'est. La Russia è uno dei principali acquirenti; tuttavia non ne siamo dipendenti. In generale, guardiamo con fiducia a questa stagione: attualmente siamo molto impegnati con le pere ed è cominciata anche la raccolta delle mele."
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Martijn Vogelaar
Fruvo
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