"La stagione – spiega a FreshPlaza Mario Tartari, del gruppo Eurofrut - risulta nella media, almeno per il mercato nazionale, con prezzi abbastanza stabili" e non troppo lontani dalla media degli anni passati. Per quanto riguarda i pomodori rossi "ora siamo nella fase calante – dichiara – per via dell'arrivo a maturazione delle produzioni locali in campo aperto"; produzioni che vanno a sommarsi con quelle sotto serra e tunnel dalla Sicilia, principale fornitore del mercato nazionale e che produce da ottobre fino a fine luglio.
"Dei pomodori rossi, sia a grappolo, che ciliegini e datterini, c'è un buon consumo nei periodi autunnali, fino a primavera, con un picco a Pasqua, ma il periodo si sta allungando. Sebbene in minor quantità, si consumano anche sempre più da maggio fino anche a settembre-ottobre."
Le quotazioni sono nella media, con un chilo di pomodori a grappolo siciliani che in questo periodo viene scambiato all'ingrosso a circa 75 centesimi di euro, ma la prospettiva è quella di una flessione dei prezzi. C'è poi da aprire una parentesi sui competitors; sul mercato italiano infatti non si trovano solo pomodori a grappolo di origine nazionale, ma anche olandesi d'importazione. "La loro concorrenza – spiega Tartari – dura praticamente tutto l'anno, al massimo ci sarà un vuoto per un mese. La loro qualità è superiore alla nostra, i pomodori presentano un aspetto migliore e si conservano più a lungo, questo si riflette anche nel prezzo, in media 10-15 centesimi di euro in più al chilo", e ora la compravendita dei pomodori a grappolo olandesi viaggia sui 90 centesimi al chilo.
Di fatto, sul mercato nazionale dei pomodori a grappolo l'unico concorrente sono i Paesi Bassi, "mentre la Spagna – continua Tartari - fa la sua comparsa solo nel caso ci sia un vuoto nella produzione nazionale, evento sempre più raro, visto che la Sicilia si sta attrezzando per arrivare a una produzione che copra tutto l'anno. Del resto, il prodotto spagnolo è inferiore al nostro e solitamente prende la via della Francia e dalla Germania, dove vende si vende nel canale della Gdo-grande distribuzione organizzata."
Altri grandi produttori nel Mediterraneo di pomodori sono il Marocco e la Turchia, ma che pure è però estremamente raro vedere in Italia. "La Turchia – dice l'esperto di Eurofrut - produce pomodori di piccola taglia, che al mercato italiano non piacciono granché, preferendo calibri 67-77; poi si sono ritagliati uno spazio di mercato in Russia e nell'Est Europa. Il Marocco invece ha un prodotto valido, simile al nostro siciliano, ma raramente arriva sui nostri scaffali perché trova un mercato più facile in Francia e in Spagna, rispettivamente per i calibri più piccoli e per quelli medio-grandi."
"Quello che se la cava un po' meglio - dice Tartari – è il pomodoro ciliegino, che viene preferito al datterino nonostante quest'ultimo sia migliore sotto il profilo del gusto e del sapore; il motivo è soprattutto nel prezzo e la differenza tra i due prodotti è anche di 1 euro al chilo. In questo periodo, all'ingrosso, i ciliegini vengono scambiati a 1,10-1,20 euro al chilo, mentre i datterini a 2-2,10 euro al chilo (la media per i due tipi di pomodori è rispettivamente di 1,50 e 2,50 euro al chilo). Sia che si tratti di ciliegino che di datterino quello che si trova in Italia è quasi esclusivamente un prodotto di origine nazionale."
Ma veniamo ora alle varietà più tipicamente estive: i pomodori da insalata, come i San Marzano e gli oblunghi. "Per i primi mesi, giugno e luglio – riprende Tartari – provengono soprattutto da Battipaglia (Salerno) dove vengono coltivati sotto serra, nel periodo luglio-settembre arriva anche la produzione veneta, con quella del triveneto che è particolarmente pregiata. Nel settore, il competitor principale è la Francia, ma è raro si affacci sul nostro mercato, perché in questo settore siamo piuttosto 'nazionalisti' e il loro prodotto è molto caro. Poi la nostra qualità è ottima." In questo periodo le varietà da insalata vengono vendute all'ingrosso sui 70-80 centesimi al chilo.
E invece come se la cava l'Italia all'estero? "Esportiamo sì ma, fatta eccezione per il ciliegino, è abbastanza difficile – conclude Tartari - Il datterino sarebbe richiesto, ma solo da nicchie di mercato. Il tondo a grappolo invece non riusciamo proprio ad esportarlo, per via della concorrenza di Spagna e Paesi Bassi, la prima fa leva su prezzi inferiori, i secondi invece sulla maggiore durata di conservazione dei propri pomodori, che rimangono integri anche dopo 10-15 giorni dalla raccolta."
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