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Conseguenze limitate per il commercio ortofrutticolo

Nuovo rischio di bancarotta per l'Argentina

Da molti anni, l'economia dell'Argentina risulta instabile e, a seguito di una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti, la nazione si trova ancora una volta sull'orlo della bancarotta.

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha infatti respinto l'appello dell'Argentina contro gli hedge fund, stabilendo di non poter accogliere il ricorso del Governo che chiedeva di non pagare oltre 1,3 miliardi di dollari agli hedge fund titolari di bond andati in default all'inizio del 2001. La Corte Usa aveva ordinato all'Argentina di pagare oltre 907 milioni di dollari ai querelanti prima del 30 giugno, altrimenti Buenos Aires perderà la capacità di usare il sistema finanziario statunitense per pagare la stessa somma ai detentori di altri bond argentini. Secondo gli avvocati del governo, la completa corresponsione dei bond ridurrebbe della metà le riserve dell'Argentina.

Importante nazione produttrice di limoni
In ambito di commercio ortofrutticolo, i limoni argentini sono particolarmente importanti. Se l'Argentina dovesse perdere lo status di nazione esportatrice, i prezzi aumenterebbero perché gli altri Paesi produttori di agrumi non sono in grado di fornire gli stessi volumi. Per uscire dalla situazione sono necessarie delle misure drastiche.

Le conseguenze per il settore ortofrutticolo in caso di bancarotta sono comunque limitate. Marcel van Rooijen della società olandese Verdi Import ha riferito che l'Argentina ha ormai perso da tempo l'importante posizione ricoperta 15 anni fa nel settore delle pomacee. "Sono anni che assistiamo al declino dei volumi di esportazione".

Per quanto riguarda i limoni, l'Argentina è un importante player per il mercato. Secondo Eddy Jager della società olandese Jaguar, "la posizione concorrenziale del Paese è netta, visto che questa nazione continua ad occupare ancora una posizione stabile nel mercato degli agrumi per via dei grandi volumi forniti; ma per quanto riguarda arance e mandarini, l'Argentina ha una competitività piuttosto scarsa".

Cause economiche più profonde

Entrambi i commercianti ritengono che la nazione abbia dei problemi già da tempo e che solo misure drastiche possano migliorare la situazione. Marcel ha indicato che le esportazioni argentine sono ostacolate da una serie di dazi. La situazione è fragile e peggiora di anno in anno. Il governo finanzia la spesa grazie ai dazi sull'export; ciò rende le esportazioni più costose, con un calo dei volumi di produzione, che genera ulteriori incrementi delle tasse per ottenere lo stesso rendimento, intrappolando, così, la nazione in un circolo vizioso.

Jager sostiene che è da anni che l'Argentina ha a che fare con un'iperinflazione. "Ufficialmente si parla di 8-9%, ma da tempo l'inflazione è del 25-26%. Gli aumenti salariali di percentuali analoghe sono diventati normali, per cui la posizione concorrenziale è peggiorata". Inoltre, la nazione presenta una grande carenza in riserve di dollari e il governo controlla la moneta. Si possono acquistare dollari solo se si ottiene l'autorizzazione e, a causa della carenza di valuta, le esportazioni sono quasi ferme.

Gli esportatori argentini escogitano ogni sorta di espedienti per rimanere a galla, perciò è presente un mercato sommerso, il cosiddetto Blue Dollar, dove è la popolazione locale a portare avanti il commercio. Il tasso di cambio ufficiale tra il peso argentino e il dollaro americano è di 8 a 1. Sul mercato Blue Dollar, un dollaro equivale a 11-12 peso. "Se gli esportatori dovessero rispettare le leggi, non sopravviverebbero" ha dichiarato van Rooijen. Per inciso, solo gli argentini accedono al mercato sommerso, gli olandesi devono procedere attraverso i canali ufficiali.

Soluzioni
Secondo van Rooijen, per interrompere questo circolo vizioso, c'è bisogno che l'intero sistema cambi. "L'unica via di uscita è invertire la rotta e far sì che il governo intervenga nello stimolare le esportazioni, in modo da far entrare quanta più valuta estera possibile nella nazione. Tutto questo però viene contrastato e non si vedono cambiamenti a breve termine".

Secondo Jager, l'unica soluzione rimane la svalutazione del peso argentino e l'abbandono del tasso di cambio fisso con il dollaro. "Parliamo di una svalutazione nell'ordine del 30-35% per poter rimettere in salute l'economia. La popolazione soffrirà, ma a novembre ci saranno le elezioni e le misure impopolari saranno posticipate. Il futuro non è comunque roseo".

Contatti:
Verdi Import
Marcel van Rooijen
Koopliedenweg 38
2991 LN Barendrecht
Tel.: +31 (0)180 61 88 11
Email: [email protected]
Web: www.verdiimport.nl

Jaguar
Eddy Jager
Postbus 4146
2980 GC Ridderkerk
Tel.: +31 (0)180 75 05 00
Email: [email protected]
Web: www.jaguarfreshcompany.com

Testo e traduzione FrehPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione:

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