
"Fino a novembre – spiega Mercuri - in Puglia e in Basilicata abbiamo registrato temperature altissime, superiori ai 30°C, che hanno avuto conseguenze negative sulla programmazione, ma anche sulla colorazione del prodotto, quindi sulla qualità. In pratica, volumi inferiori che non hanno consentito al mercato di rispondere in modo positivo."
Mercuri ricorda che fino a febbraio-marzo nel Sud Italia l'inverno non si è visto, e che le temperature anomale hanno impedito la giusta compattezza dei cavolfiori, fondamentale per la qualità. Questo è avvenuto mentre sul mercato si affacciavano agricoltori improvvisati e senza regole.
Nel frattempo, la Germania e il Nord Europa hanno assorbito meno prodotto italiano perché la Francia ha fatto una migliore programmazione cambiando strategia e, per calmierare il mercato, ha trovato alternative alle aste, mentre la Spagna si è orientata verso calibri inferiori, di 6-8-10, quando in genere preferisce quelli superiori a 10.
Uno scenario diverso, per quanto altrettanto negativo, si è presentato invece per il broccolo. "Questo ortaggio – riprende Mercuri – in presenza di temperature elevate è ancora più sensibile del cavolfiore. Le varietà maturano inoltre a 90-100 giorni, quindi tutto si gioca sulla scalarità dei trapianti. Invece ci sono state grosse anticipazioni dei trapianti precoci e le produzioni, che dovevano arrivare a febbraio, al 10 di dicembre erano già terminate. L'eccesso di offerta ha ovviamente determinato una caduta dei prezzi ma poi, a gennaio, il buco di prodotto ha provocato prezzi assurdi, nell'ordine dei 3 euro al chilo, anche perché la Spagna soffriva della stessa carenza. E dopo il vuoto, si è tornati al prodotto tardivo, anche questo in anticipo, che ha indotto un nuovo abbassamento dei prezzi, a 0,90-1 euro. Tutta la produzione, insomma, è stata raccolta in due periodi molto concentrati e la qualità, per quanto eccellente, nulla ha potuto per alzare i prezzi."

Gli agricoltori di Puglia e Basilicata hanno addirittura trapiantato a gennaio, agevolati dalle temperature elevate, salvo poi raccogliere ad aprile con un clima più rigido.
"L'anno scorso - rammenta Mercuri - di fronte alla crescita della Spagna, il mondo organizzato aveva già previsto di investire un 15% di superfici in meno per evitare eccedenze. Ma poi il mercato è stato falsato da informazioni fuorvianti: alla fine, vivaisti e sementieri hanno venduto più broccoletti, danneggiando un po' tutti."
"Il problema - continua Mercuri - è che fino a quando esisteranno certi avventurieri non riusciremo a gestire questa coltura. Che, pur non essendo ricca, può fornire il giusto utile. Così facendo non si risolve il problema di un equo reddito per gli agricoltori."
"Quello che manca – conclude Mercuri, anche in veste di presidente Fedagri – è un maggiore controllo del Registro degli operatori, per evitare che arrivino sul mercato produttori senza alcuna preparazione. Anche chi acquista, non deve dimenticare da chi proviene la materia prima. Nel 2014, oggi più che mai, non ci si può inventare di fare azienda agricola. Le Op sono nate per questo, chi sta fuori dalle regole non ha il diritto di danneggiare tutti gli altri. E i prossimi Programmi regionali di sviluppo rurale, con relativi finanziamenti comunitari, dovranno focalizzare con molta attenzione i destinatari degli aiuti."
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