
Tra i relatori, il dott. Ferdinando Cossio, già direttoredell'Istituto Sperimentale di Frutticoltura di Verona e ora consulentefrutticolo, il dott. Dino Bellussi responsabile della Pomèl di Marsala. Presenti anchel'assessore alle Attività Produttive del comune di Aprilia, Vittorio Marchitti, eil presidente Fiera Agricola Campoverde Cecilia Nicita.

"Le varietà di melograno si classificano per produttività,dimensioni dei frutti, epoca di maturazione, colore della buccia, colore delsucco, consistenza del tegumento interno del seme e resistenza agli agentipatogeni – ha così esordito Ferdinando Cossio - Iproblemi più frequenti che possono colpire i frutti sono le spaccature dellabuccia (cracking) e le scottature da sole, soprattutto nelle piante più giovani.La grandezza del frutto dipende dal numero dei semi in esso contenuti, che può andare da 300arilli (circa 300 grammi) a 1300 arilli (circa 1200 o più grammi)."
"Uno dei principali ostacoli al consumo dei frutti dimelograno è la difficoltà dello sgranamento – ha aggiunto il dott. Cossio (in foto) - Per venireincontro a questa esigenza, però, negli ultimi anni si sono sviluppati metodi industriali che permettono di far arrivare sul mercato contenitori in cuisi trovano gli arilli già sgranati e pronti per il consumo.""Dalle numerosissime varietà locali presenti in ogni parte delmondo sono state individuate e selezionate le cultivar che offrono elevata produzione, chepresentano frutti di peso medio elevato, con colorazione della buccia rossointenso e arilli non troppo duri alla masticazione."
"Abbandonato inoltre il sistema diallevamento 'libero' sono stati messi a punto nuovi sistemi (con unico tronco echioma a vaso)."
"Il melograno veniva considerato a breve conservabilità, ma oggisi può conservare fino a 4/5 mesi e può essere presente sul mercato quasi tuttol'anno grazie alle cultivar che maturano in momenti differenti, alle nuovetecniche di conservazione frigorifera, ai film microforati, alla diffusionedella coltura nell'emisfero Sud del pianeta. Ci sono poi infinite possibilitàper quanto riguarda il trasformato: succhi, prodotti cosmetici, vino."
"In base ai dati diffusi dall'Unione degli esportatoriturchi - ha concluso Ferdinando Cossio - a gennaio/febbraio 2014, l'esportazione di melagrane è cresciuta del47% rispetto allo stesso periodo del 2013 arrivando a 40.000 tonnellate. Nei prossimi 10 anni il melograno dovrebbe passaredal 18mo al 10mo posto nel consumo mondiale di frutta. E siamo convinti chequesta crescita riguarderà anche l'Italia. Con alcuni vivaisti di Latina sono state introdotte lemigliori varietà israeliane, sicuramente da sperimentare nella regione Lazio."
Durante il convegno è intervenuto anche Alessandro Rossi,presidente della Lilt Latina (lega Italiana per la Lotta ai Tumori) il quale ha tracciato un quadro relativamente ai benefici del melograno.
"Devo dire chesono rimasto meravigliato anche io dalle enormi potenzialità antitumorali diquesto frutto – ha spiegato – La melagrana contiene acido ellagico, tannini,flavonoidi, oligoelementi come manganese, zinco, rame e fosforo e vitamine A,B, C, E, K. Giunto a piena maturazione e sottoposto a processo diconcentrazione (succo), 100 grammi di questo frutto contengono fino a 6.000unità ORAC (standard con cui viene misurata l'attività antiossidante) a frontedi un fabbisogno giornaliero che va dalle 2.000 alle 5.000 unità ORAC.Ovviamente è importante che durante la coltivazione non siano stati usatipesticidi che andrebbero ad annullare tutti gli effetti benefici del frutto."
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A seguire l'intervento di Dino Bellussi che si èconcentrato sugli aspetti economici e commerciali: "Il melograno è molto diffuso nel mondo. In base ai dati2008 si contano 110.000 ettari di superficie coltivata in Cina, 100.000 inIndia, 80.000 in Iran, 8.000 in Turchia, 2.000 in Israele, 4.500 in Spagna e1.800 in Tunisia. Per quanto riguarda l'Italia, secondo i dati Istat 2012, siregistrano 51 ettari di superficie coltivata (nel 2006 erano 36) ma i numerisono destinati a crescere."
"Per evitare che le energie degli agricoltori italianivadano perse – ha continuato il dottor Bellussi - riteniamo sia necessariounire le forze e per questo dal 2009 è nata la società Pomèl che si occupadella commercializzazione di melagrane coltivate quasi esclusivamente inItalia. I nostri frutti sono coltivati da numerosi produttori che hanno aderitoalla nostra iniziativa commerciale sotto stretto controllo della Pomèl che in tal modopuò monitorare tutta la filiera, dalla produzione alla commercializzazione. Lenostre strutture si trovano un po' in tutta la Sicilia e ora siamo pronti ad entrare anche nel Lazio, nella zonadi Viterbo. Le varietàche offriamo sono Wonderful, Ako 128 e Dente di cavallo."

Dino Bellussi ha poipresentato ai produttori presenti in sala un'analisi economica. "L'investimentoiniziale per ettaro – ha illustrato attraverso le slides – è pari a poco più di9.000 euro, compresa anche la spalliera. A questo costo vanno poi aggiuntiquelli di coltivazione che, sempre calcolati per ettaro, raggiungono circa2.550 euro il primo anno, circa 5.300 euro il secondo, circa 7.600 e oltre8.800 il quarto. Dal quinto al decimo anno i costi si aggirano attorno ai10.000 euro."
Per maggiori informazioni:
Ferdinando Cossio:
Email: [email protected]
Dino Bellussi
Pomèl
Via Roma 185
91025 Marsala (TP) - Italy
Email: [email protected]
Web: www.pomel.it

