L'albicocca di Galatone, un piccolo tesoro del Salento
Difficili da trovare sul mercato, le albicocche di Galatone sono un piccolo tesoro della tradizione agricola salentina che, grazie alla tutela della Fondazione Slow Food, sta vivendo una vera e propria rinascita.
Che quella pugliese non sia un'albicocca come le altre lo si può intuire già da quanto narrato dalla leggenda che ne spiega le origini. Si dice, infatti, che siano stati i Templari a portare il frutto in queste zone direttamente dall'Oriente. Questa suggestiva interpretazione della sua storia potrebbe non discostarsi troppo dalla realtà perché, in effetti, la prima importazione delle albicocche, che sono proprio di origine mediorientale, risalirebbe all'epoca delle Crociate e dei Cavalieri Templari.
Ciò che rende speciale la razza salentina, secondo i suoi produttori, era l'usanza di innescare le albicocche su un mandorlo amaro anziché su un susino o su un franco. Questo semplice espediente ha reso gli alberi molto più longevi, basti pensare che la varietà di Galatone comincia a fruttificare dopo i tre anni dall'innesto e continua fino a oltre cinquant'anni, contro i sette-dieci anni dei frutti dell'agricoltura "moderna".
Quella che nasce sulle coste salentine è un'albicocca molto precoce, di piccole dimensioni simili a quelle di una noce, e dalla buccia screziata. E' caratterizzata da un profumo intenso, un sapore dolce ed una consistenza morbida che si scioglie in bocca. Questa peculiarità, che la rende particolarmente gradevole al palato, ne ostacola però il trasporto e la manipolazione industriale ed è per questo e per il progressivo abbandono delle coltivazioni che il suo commercio è limitato esclusivamente alla zona di produzione.
L'albicocca di Galatone è un vero e proprio frutto leggendario. Oltre alla credenza che sia stata importata dai Templari, infatti, la tradizione popolare attribuisce un'altra curiosa storiella legata alla colorazione della sua buccia, caratterizzata dalle piccole screziature scure, simili a lentiggini, che punteggiano la superficie vicina al peduncolo. Gli anziani del paese, quando viene loro chiesta la ragione delle sfumature della buccia dell'albicocca, rispondono affermando che è stato San Luca a dipingerne la superficie.