Forte terremoto al largo della costa nord del Cile: nessun impatto sulla produzione frutticola
Secondo il Ministro dell'Interno cileno, sono almeno cinque le persone ad aver perso la vita e almeno sette persone sono state ferite gravemente. Il Presidente cileno Michelle Bachelet ha dichiarato come aree disastrate le zone di Arica e Parinacota a nord della nazione. Bachelet ha firmato un decreto che sposta la sicurezza sotto il controllo militare.
Allerta tsunami
Il Centro di Allerta Tsunami del Pacifico che controlla l'intera costa occidentale dell'America Latina e parte di quella dell'America Centrale, ha emesso un'allerta tsunami. Subito dopo il terremoto, l'allerta tsunami è stata ritirata per alcune nazioni. In seguito è stata ritirata anche per Perù e Cile. Si sono verificate numerose scosse di assestamento con una magnitudine di 5.0 della scala Richter.
Maremoto
Circa 45 minuti dopo il terremoto, la prima onda ha raggiunto la costa cilena. L'onda, di circa due metri, ha colpito il villaggio di Pisagua, secondo quanto riportato dalla marina militare. Il Centro di Allerta Tsunami ha riportato la notizia di onde fino a 2,3 metri al largo della costa in Cile. L'esatta entità dei danni causati dal terremoto e dallo tsunami non è ancora nota. Si pensa che in alcuni posti le strade saranno impraticabili a causa di smottamenti.
Il terremoto ha avuto un effetto minimo sulla produzione della frutta della zona. "Il terremoto si è verificato a circa 100 km a nord-ovest di Iquique e ad almeno 1.000 kg a nord della zona di produzione più settentrionale del Cile (Copiapo). Inoltre, in quell'area la raccolta era già stata completata. Non prevediamo dunque che l'evento tellurico influisca in qualche modo sulla nostra stagione della frutta. Il Cile è una nazione forte e in quanto tale, è in grado di gestire anche un terremoto di grande entità," ha riferito l'importatore olandese Jan Marc Schulz di SFI Rotterdam. "Non ho parlato direttamente con nessuno, ma questo è il mio ragionamento che si basa sul luogo in questione e sull'esperienza."
Daan van der Kooij di Jokofruit conferma tutto, "La frutta destinata all'Europa non proviene da quella zona, si tratta di una zona desertica all'interno. Avrebbe potuto avere un impatto maggiore nei porti meridionali del Perù, ma pare che vada tutto bene. I porti che esportano la frutta in Europa dal Cile sono situati da Santiago in giù. La nazione è lunga 4.400 km e Santiago si trova a metà."
Dennis Bartels di Fruto del Campo ha riferito di aver parlato con alcuni cileni e pare che i danni siano limitati. "Sembra che sia stata interessata una zona non molto abitata, dove è presente poca produzione. Tuttavia, nella zona colpita sono presenti dei porti dove però hanno saputo dirci poco circa eventuali danni causati dal terremoto."
Andres Ramirez di Capespan ha riferito che secondo i suoi colleghi del Cile, il terremoto è stato meno potente di quello del 2010. Sono stati registrati alcuni "movimenti" nel livello del mare, quindi alcune parti della costa potrebbero essere state colpite. Le valli centrali di Ovalle, San Felipe, Santiago e le zone a sud non hanno nemmeno avvertito il terremoto. Per quanto riguarda la frutta, stimiamo che l'impatto sia minimo. E' possibile che si verifichino dei ritardi nella fornitura dei container, visto che i porti rimarranno chiusi fino alla revoca dell'allerta tsunami."
Il Cile si trova su quella che i geologi chiamano "la cintura di fuoco del Pacifico". In questa cintura l'attività nella crosta terrestre è particolarmente intensa. A febbraio del 2010, la nazione venne colpita da un terremoto di magnitudine 8.8 sulla scala Richter, seguito da uno tsunami. Allora i morti furono più di 500.
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