
"Negliultimi anni – ha spiegato Ottavio Cacioppo (foto qui sopra) alla folta platea, illustrando al contempo gliaspetti colturali, commerciali e organizzativi del prodotto – l'interesse acoltivare melograno con criteri specialistici è cresciuto, soprattutto nelleregioni dell'Italia meridionale. L'attenzione è rivolta al frutto fresco, maanche al trasformato. Moltissime industrie italiane della trasformazioneattualmente importano dall'estero melograno per produrre succhi, creme ed altrilavorati. Il melograno è poi consigliato dai nutrizionisti per le immenseproprietà benefiche: è un potente antiossidante, protegge la mucosa gastrica ei vasi sanguigni e aiuta la circolazione."
"Questapianta preferisce terreni di tessitura diversa – ha aggiunto il dottor Cacioppo– l'importante è che siano freschi e profondi. Le piante si adattano anche aterreni argillosi (con sottosuolo permeabile), alcalini e con contenutorelativamente elevato di sali. Possono crescere ad altitudini variabili,sopportano i climi caldi e asciutti ma, se il livello delle acque freaticherisale a meno di un metro/un metro e mezzo, il rendimento si riduce. La specieresiste a temperature relativamente basse (da -15° a -17°) ma gli sbalzi ditemperatura possono creare il fenomeno del cracking (spaccatura), uno deiproblemi più gravi per il frutto. Le spaccature lasciano infatti via libera agliagenti patogeni e quindi rendono inutilizzabile il prodotto."

"Ilmelograno – ha aggiunto Cacioppo entrando più nel dettaglio in quelli chepotrebbero essere i costi e i tempi di ammortizzazione - nella varietàpiù diffusa Acko o Wonderful One può produrre fino a 50 tonnellate per ettaro.Ogni pianta ha un costo di 5 euro, anche se le piante fornite dal recentemente costituitoConsorzio Pomgrana, con sede in Puglia, sono coperte da diritto epertanto hanno un costo maggiore che si aggira attorno agli 11 euro a pianta."
"Facendoun calcolo di quelli che potrebbero essere i costi – ha illustrato ancoraCacioppo – tra il primo e il secondo anno si potrebbero aggirare sui 15.000euro. Si comincerebbe ad ammortizzare l'impianto intorno al quarto anno. Su 40tonnellate di frutti, raccolti al 4° anno, ho calcolato un utile di oltre 12.000 euro."
Piùcauto rispetto a queste previsioni il dottor Ferdinando Cossio (foto qui sotto) , già direttoredell'Istituto Sperimentale di Frutticoltura di Verona e ora consulentefrutticolo.

"Affinchési possa portare a Latina la coltivazione del melograno – ha proseguito ildottor Ferdinando Cossio – è necessario partire da una collezione di differentivarietà ed andare a vedere come si comportano in questo specifico ambiente. E'ad esempio importante distinguere le varietà per colore (quelle a buccia rossasono oggi più ricercate sul mercato), acidità e dolcezza del succo (il dolce"Mollar" o il sub-acido "Wonderful"), consistenza del seme(le varietà a seme soffice sono più apprezzate). E' dunque importante porre lebasi di una coltura specialistica di qualità, che punti sul consumo fresco."
Al fine di raggiungere questa sfida e partire con una buona conoscenza della coltivazione, il dottor Cossio ha quindi proposto una sinergia tra vivaisti, gruppo di tecnici, esperti estrutture commerciali. "Unprimo gruppo di lavoro per il nuovo progetto denominato"Pomegranateitaly" si sta formando attorno a ExoticPlant Vivaio eLittlePlant vivaio, di Cisterna di Latina, con la moltiplicazione di materialeproveniente da Israele, in particolare: "Acco 128","116/17", "Wondeful", nonché con l'ottimo "Mollar deElche" dalla Spagna. Inoltre si è partiti con una collezione varietalecon melograni di origine genetica molto ampia (Turkmenistan, Cina, U.S.A.,Turchia, Spagna, Italia, etc.)."
"Dobbiamoinoltre tener presente – ha aggiunto Cossio – che al momento il melograno èdiffuso principalmente con varietà locali, selezionate nella notte deitempi, in modo del tutto naturale, nelle varie zone del mondo, e che possiamo quindiconsiderare ancora quasi selvatiche. Sono infatti davvero pochi coloro chehanno fatto interventi di miglioramento genetico sul melograno."
"Il frutto èparticolare: ha una struttura complessa composta da diverse membrane, puòcontenere dai 300 ai 1.500 semi commestibili (arilli), una volta staccato dalla pianta non procedenella maturazione, e non sempre è facile comprendere qual è il momento giustodella raccolta (il colore della buccia spesso inganna). La pianta fioriscecontinuamente e si autofeconda, anche se l’impollinazione tramite le api puòportare a dei vantaggi. La coltura intensiva per il consumo fresco necessitainoltre di diradamento dei frutticini, almeno in due passaggi successivi, e anche la raccoltamanuale si deve effettuare in più passaggi. Molte sono poi le perdite per lescottature dei frutti esposti al sole e per l'incidenza del cracking."
"Importantipotenzialità – ha concluso il consulente Cossio – possono essere trovate nellaIV gamma, in quanto esistono macchine sgranatrici che permettono di venderevaschette di arilli sfusi e pronti per il consumo. Il confezionamento con filmplastici porosi può infine garantire una durata maggiore sia dei frutticonservabili in frigo (fino a 4/5 mesi per alcune varietà) sia degli arillisfusi. Anche la trasformazione in pomate, vino, aceto, cosmesi potrebbe essereun obiettivo, ancorché secondario."
Intutto il mondo si stimano più di 2 milioni di tonnellate prodotte da cui è peròesclusa la Cina (probabilmente oggi il maggiore produttore mondiale,tanto che lo scorso settembre ha ospitato il III Simposiointernazionale sul Melograno), pertanto questi numerisono sicuramente maggiori.
Si stima che, nei prossimi 10 anni, il consumomondiale di melograno passerà dal 18mo al 10mo posto, anche per le crescentiproduzioni dei paesi dell'emisfero meridionale, come Argentina, Cile, Perù, Sudafrica,come evidenziato dai dati e dalle immagini presentati da Ferdinando Cossio.
"La concorrenzacommerciale è spietata e la coltivazione richiede molto lavoro a costi elevati,è quindi necessario partire da studi scientifici e adattando le conoscenzetecniche allo specifico ambiente dell'agro Pontino: tutto questo vuol esserePomegranateitaly."

"Siamofieri di aver avuto, proprio nella città di Cisterna di Latina, la leadership nel settore del kiwi per tuttiquesti anni – ha detto nel suo intervento l'Assessore alle Attività Produttivedi Cisterna, Adolfo Marini – Ora guardiamo con entusiasmo al melograno e per questo abbiamoinserito questa coltura nel Psr (Piano di Sviluppo Rurale) 2014-2020."
Per maggiori informazioni:
Ottavio Cacioppo: [email protected]
Ferdinando Cossio: [email protected]