Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

"Vittorio Del Duca: "Il marchio IGP non ha portato vantaggi al Carciofo Romanesco del Lazio"

"In realtà, da un punto di vista commerciale, per noi agricoltori il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) per il Carciofo Romanesco del Lazio è stato più un limite che un'occasione di rilancio. Le norme previste dal disciplinare prevedono infatti che i carciofi immessi sul mercato debbano essere commercializzati in imballaggi sigillati, senza foglie e con massimo 10 centimetri di gambo. Una regola che allontana quei clienti che desiderano acquistare un carciofo con il gambo lungo (assai gustoso una volta cotto dopo aver eliminato la parte esterna fibrosa) e le foglie. Queste ultime, infatti, costituiscono una garanzia in fatto di freschezza e qualità del prodotto."


(Foto di Ignazio Romano).

Con queste parole Vittorio Del Duca, dell'omonima azienda agricola Del Duca di Sezze (in provincia di Latina) fa il punto sull'andamento della produzione locale dopo il riconoscimento, risalente al 2002, del marchio IGP da parte dall'Unione Europea (nel 2001 il carciofo romanesco aveva ottenuto anche il marchio DOP-Denominazione di origine protetta).


(Foto di Ignazio Romano).

"Un altro aspetto che ha danneggiato noi produttori – aggiunge Del Duca – riguarda la possibilità di vendere i carciofi in mazzi da dieci. Una opportunità che è stata relegata esclusivamente all'interno dei confini laziali e che non è stata di grande aiuto, visto che in questo tipo di confezioni è possibile inserire solo i primi carciofi (i cosiddetti cimaroli, NdA) che rappresentano una minima parte della produzione."


(Foto di Ignazio Romano).

"Complessivamente, a Sezze si producono circa un milione di carciofi l'anno. Ogni pianta è composta da 5 capolini: il capolino 'primo padre', 2/3 capolini 'figli' e i cosiddetti 'nipoti', non commercializzabili come prodotto IGP e destinati all'industria del trasformato per realizzare carciofini sott'olio. La semina viene effettuata intorno al periodo di Ferragosto (15 agosto), mentre la raccolta va da metà marzo ad inizio maggio."


(Foto di Ignazio Romano).

Insomma, secondo l'imprenditore la burocrazia legata all'IGP del Carciofo Romanesco del Lazio ha portato ad un aggravio dei costi di produzione e commercializzazione, senza riuscire a restituire agli agricoltori i redditi auspicati. Anzi, a 12 anni dall'ufficializzazione del marchio IGP, la produzione del carciofo romanesco a Sezze, invece di crescere, è diminuita.


(Foto di Ignazio Romano).

A Sezze, dagli iniziali 1.000 ettari di qualche tempo fa si è infatti scesi a solo 120 ettari registrati nel 2013.


(Foto di Ignazio Romano).

La stessa cosa si è verificata a Cerveteri, Tarquinia e in tutte le altre aree della provincia di Roma specializzate nella coltivazione del carciofo romanesco. Un vero peccato se si considerano le enormi potenzialità di questo ortaggio, dal sapore unico e dagli enormi benefici per la salute.


(Foto di Ignazio Romano).

"Il marchio IGP non vale nemmeno a tutelare sufficientemente il prodotto, costretto continuamente a difendersi dalle possibili contraffazioni e dalle agromafie che portano ogni genere di truffatori a spacciare per prodotti italiani carciofi di dubbia provenienza – conclude Vittorio Del Duca - Un fenomeno che riguarda tutta l'Italia e paradossalmente anche lo stesso comune di Sezze, per tradizione 'patria del carciofo'!"


(Foto di Ignazio Romano).

I carciofi romaneschi sono di forma sferica, con un foro all'apice; la colorazione dei capolini è verde, con sfumature violette. La consistenza delle foglie interne e del cuore è molto morbida. Per poterli ammirare in tutta la loro bellezza e bontà è possibile recarsi a Sezze il prossimo 6 aprile 2014, dove è in programma la 45ma edizione della Sagra del Carciofo.

Contatti:
Azienda Agricola Del Duca
Via Fontana Acquaviva, 4
04010 Latina (Sezze) - Italy
Tel.: (+39) 0773 888753
Email: [email protected]
Web: www.aziendaagricoladelduca.it

Articoli Correlati → Vedi