
L'area alluvionata conta almeno 200 aziende agricole, per la maggior parte frutticole. L'area rappresenta infatti una delle maggiori aree produttrici di uva, destinata poi alla vinificazione, e di pere, qui riconosciute con il marchio IGP-Indicazione geografica protetta, sotto la denominazione di "Pere dell'Emilia-Romagna".
Secondo l'associazione di categoria Coldiretti, "al momento sono 2.000 gli ettari sommersi a causa dell'alluvione". Le radici degli alberi da frutto sono completamente sommerse e il rischio è che le piante muoiano per asfissia.
Al contempo, sono ferme anche le strutture di conservazione della frutta: nella zona lo stabilimento di Sorbara, frazione di Bomporto, della Fruit Modena Group è stato costretto a spegnere le celle frigo all'avvicinarsi dell'alluvione.
Per far fronte all'emergenza serve, secondo Coldiretti, "la dichiarazione dello stato di calamità, per sostenere la ripartenza dell'agricoltura in queste zone".

Incerta la conta dei danni, con l'acqua che ancora invade le aziende agricole e molte che risultano irraggiungibili. "In questo momento – spiega invece Eugenia Bergamaschi, presidente di Confagricoltura Modena – è impossibile fare un qualsiasi tipo di stima, anche approssimativa, visto che lo scenario cambia di ora in ora. Possiamo solo dire che gli agricoltori della Bassa hanno subito un altro duro colpo". A maggio del 2012, infatti, la zona era stata colpita dal terremoto.
Sta intanto proseguendo in queste ore il lavoro dei tecnici dell'Aipo, l'Agenzia Interregionale per il fiume Po e competente anche sul Secchia, per chiudere la falla sull'argine e interrompere così l'afflusso di acqua nelle campagne e nelle città.