Quest'anno, a causa del ritardo di circa 10-12 giorni nella raccolta delle mele altoatesine, anche la commercializzazione dei frutti è stata posticipata, per cui la vendita ha avuto inizio a partire dalla metà di settembre."La vendita è cominciata da circa due settimane con la varietà Gala, la prima ad essere raccolta – spiega Fabio Zanesco (nella foto qui sotto), Responsabile Commerciale VI.P - sia nel mercato interno che all'estero. I frutti si presentano di calibro medio - piccolo ma di ottima qualità, e saremo quindi in grado di fornire i nostri clienti e canali storici".
"A inizio ottobre – prosegue Zanesco - inizierà la lavorazione e la commercializzazione della varietà Red Delicious, dalla quale ci aspettiamo una buona produzione, mentre da metà ottobre in poi sarà la volta della Golden Delicious che quest'anno presenta in modo spiccato la tipica 'faccetta rossa', grazie al clima particolarmente favorevole. Siamo abbastanza ottimisti riguardo ai mercati che sembrano relativamente pronti ad accogliere nuovo prodotto". Oggi la VI.P è presente in ben 48 mercati diversi (tra i principali Italia, Germania, Paesi Scandinavi, Spagna e Mediterraneo), con l'export che rappresenta circa il 45% del giro d'affari.
"L'export è ormai divenuto una chiave fondamentale per il successo di ogni campagna - continua Zanesco - Il mercato nazionale resta il primo e prioritario settore di vendita, ma una parte significativa della nostra produzione viene convogliata su mercati Europei ed Extra-europei. Prioritariamente dobbiamo mantenere le nostre quote in Europa e la nostra capacità di servizio, ma ovviamente stiamo guardando ad ogni nuova area di espansione; in questo senso, oltre alle consuete destinazioni come la Russia, anche l'Africa ed il Medio Oriente stanno divenendo un punto cardine per ogni strategia di sviluppo nel prossimo decennio."
Sulla recente apertura del mercato statunitense per le pomacee di produzione italiana, Fabio Zanesco ha dichiarato a FreshPlaza: "Ogni nuova apertura di nuovi mercati costituisce sempre una notizia positiva. Poi, certamente, ogni nuovo sbocco commerciale va sviluppato procedendo per gradi, a seconda di cosa si trova dall'altra parte. Per quanto riguarda gli States, ovviamente non possiamo pensare di andare a fare un lavoro di "commodity" in un continente già forte produttore di mele, ma dobbiamo puntare su una nicchia nella quale valorizzare la tipicità italiana nei confronti dei target di consumatori già sensibili al made in Italy; penso alle numerose comunità italo-americane come anche al settore della ristorazione. Sul mercato USA, noi opereremo per tramite del consorzio FROM."
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