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Europa: indagini ancora in corso per presenza di perclorato in frutta e verdura

Negli ultimi mesi il RASFF (Rapid Alert System for Food and Feed) ha segnalato la presenza di perclorati su frutta e verdura circolante nell'unione europea. Altri sistemi d'allerta, come l'Istituto Federale per la valutazione dei rischi del Ministero Tedesco (BfR), hanno evidenziato la presenza di questa molecola in ortofrutta durante i controlli qualità (effettuati su uva, fragole, arance, pomodori, lattuga, etc.) derivanti da agricoltura convenzionale così come in regime di agricoltura biologica.

Il perclorato introdotto nella dieta attraverso gli alimenti contaminati è rapidamente eliminato con l'urina e non si accumula nell'organismo. Tuttavia, se assunto in elevate concentrazioni, il perclorato può impedire temporaneamente la metabolizzazione dello iodio (con effetti sulla tiroide). Le concentrazioni attualmente rilevate escludono problemi alla salute umana.

Acqua, suolo e fertilizzanti sono considerati potenziali fonti di contaminazione di perclorato negli alimenti.

Lo ione perclorato (ClO4-) è un anione molto stabile in acqua. I perclorati sono presenti naturalmente nell'ambiente: può essere formato in atmosfera e precipitato nel suolo e nelle acque sotterranee.

Si presenta anche come un contaminante ambientale derivante dall'uso di concimi azotati e della loro fabbricazione; i perclorati (e nello specifico quello di ammonio) sono utilizzati anche nei propellenti dei razzi, esplosivi, fuochi d'artificio, razzi di segnalazione, per gonfiare gli airbag e in altri processi industriali minori. Il perclorato può anche formarsi dalla degradazione dell’ipoclorito di sodio utilizzato come disinfettante. (Fonte: www.enocentro.it)

Stando ad una nota di QS (http://www.q-s.de/), al momento la presenza di perclorato è riconducibile non solo all’utilizzo di fertilizzanti, ma all’acqua presente nel terreno e quella superficiale: nell'acqua potabile utilizzata a fini irrigui infatti il perclorato potrebbe derivare dall’utilizzo del cloro per la disinfezione delle acque potabili stesse.

Altro elemento di possibile contaminazione ambientale, infine, potrebbe essere riconducibile all'utilizzo di disinfettanti di superficie a base di ipoclorito di sodio. Da ciò consegue che la sola presenza di perclorato non può essere di per se stessa indice di violazione delle norme di coltivazione biologiche, anche se l'individuazione di questi residui necessiterà di ulteriori analisi per comprenderne l'origine ultima. (Fonte: www.suoloesalute.it)

Pare tuttavia che, ad oggi, nessuna autorità sanitaria sia riuscita a spiegare il perché del rilevamento dei residui di perclorato. L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) svizzero, per esempio, riferisce che finora nessuno è riuscito ad appurare in che modo la sostanza sia potuta giungere sino alle coltivazioni. (Fonte: www.canicattiweb.com)
Data di pubblicazione: