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Al via la stagione 2013 dell'IGP Radicchio Rosso di Treviso

Terra, tempo, conoscenza. Sono gli ingredienti base per un prodotto d'eccellenza dell'agroalimentare italiano come il Radicchio Rosso di Treviso IGP, molto più di una cicoria, un vero fiore da portare in tavola. Il processo di lavorazione per ottenere l'ortaggio più ricercato del prossimo inverno è iniziato proprio in questi giorni.



Nelle campagne dei 24 comuni (17 in provincia di Treviso, 5 in provincia di Venezia e 2 in quella di Padova) dove - da disciplinare UE - è possibile coltivare l'originale Radicchio Rosso IGP, la terra è ormai pronta per accogliere le nuove piantine. La buona pratica agronomica prevede una rotazione triennale delle colture (lo stesso campo accoglie cioè il radicchio ogni due anni, intervallati soprattutto da colture cerealicole come orzo e frumento), per preservare le preziose coltivazioni da muffe e insetti dannosi. Dopo la concimazione con abbondante sostanza organica naturale, si procede ad una aratura superficiale (massimo 20 centimetri), quindi si passa all'erbicatura e alla fresatura: di fatto i campi si trasformano in grandi e perfetti orti.

Dopo due anni d'attesa e già quattro passaggi di lavorazione, la terra è pronta ad accogliere il Radicchio. Dopo il primo luglio, in luna calante, si procede alla semina, che avviene soprattutto in vivaio. Dal 20 luglio fino alle metà di agosto si procede alla piantumazione in campo aperto con trapiantatrici semi-automatiche. Ma anche per arrivare alle piantine, il tempo e la conoscenza sono elementi fondamentali: le piantine che stanno per arrivare in campo oggi sono infatti figlie del radicchio della stagione 2011. Anche in questo caso il processo di selezione è meticoloso e tradizionale: le piante migliori vengono piantate in vaso e riportate in campo a primavera inoltrata (tra aprile e maggio) per dar luogo alle belle fioriture blu, protette da teli anti-insetto.

"Così nasce il Radicchio di Treviso IGP che poi seguirà le regole di raccolta e imbianchimento, con forzatura in acqua di falda, secondo il rigoroso disciplinare. Perché il vero Radicchio – spiega Paolo Manzan, presidente del Consorzio di Tutela – non può contemplare il 'fai da te', deve seguire le tecniche di una agricoltura professionale che consenta di mantenere ai massimi livelli la qualità del prodotto. Solo così potremo conquistare nuove fette di mercato". La buona pratica degli agricoltori del Consorzio ha fatto sì che si selezionassero diverse varietà del prezioso Radicchio Tardivo: da quelle molto resistenti al freddo di febbraio a quelle a maturazione più lenta. In questo modo le imprese agricole associate riescono ad organizzare la propria produzione per essere sul mercato tutta la stagione.


Radicchio in fiore

Ma sulla stagione 2013/2014 pende però l'incognita climatica: "Lo scorso anno – ricorda il presidente - siamo stati penalizzati da un'estate torrida che ha fatto schizzare i costi di produzione per la necessaria irrigazione e poi da un dicembre - mese in cui si ha il picco di richiesta del mercato - così piovoso da impedire la raccolta in campo. Da gennaio fortunatamente ci siamo riallineati sia per prezzo che per quantità. Ora, dopo le abbondanti piogge durate fino a giugno, fortunatamente il buon tempo ha consentito una adeguata preparazione dei terreni".
Data di pubblicazione: