I retailer hanno ben chiaro in mente dove sta andando il mercato: e la direzione non e' il prezzo
Accanto a fenomeni ormai consolidati e visibili anche nel nostro Paese, come per esempio la crescente presenza di prodotti locali sugli scaffali dei supermercati, le grandi catene internazionali cominciano a sondare nuovi campi di battaglia nella loro lotta alla conquista / mantenimento delle rispettive quote di mercato.
Lo scontro tra titani è senza esclusione di colpi, con la novità che alcune carte, finora vincenti, stanno perdendo appeal e anzi rischiano di diventare i classici cerini bruciati: una di queste è la gara al prezzo più basso.
Limare sui prezzi, infatti, se può avere un senso nel breve termine, alla lunga risulta insostenibile: la riduzione, infatti, ha il suo limite nello zero. Raggiunto quello, l'unica sarebbe pagare le persone per andare a fare la spesa.
Le sensibili antenne dei retailer stanno dunque orientandosi altrove e, molto correttamente, partono dallo studio delle abitudini di consumo, delle esigenze dei consumatori, delle loro preferenze. Perché gli acquirenti non sono una massa indifferenziata.
Scoprono allora che ci sono nuove strade tutte da esplorare in questo rapporto: servizi di vendita online per i consumatori che non hanno più tempo / voglia di fare la spesa con il carrello, maggiore efficienza logistica per ridurre gli scarti in un contesto in cui (quasi) nessuno vuole più sprecare il cibo, selezione dei prodotti in base alla loro appetibilità, introduzione di specialità esclusive, iniziative ecologiche o solidali, restyling dei punti vendita, abbinamento di vendita al dettaglio e ristorazione.
Poi, c'è anche la corsa alla conquista dei mercati emergenti di mezzo mondo. Forse là, prima o poi, ricomincerà anche la gara al prezzo più basso.
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