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Le schede IBMA: Il Virus della Granulosi della Carpocapsa

Il Virus della Granulosi della Carpocapsa (CpGV) è, secondo soltanto al Bacillus thuringiensis, il più noto e studiato agrofarmaco microbiologico.

La sua diffusione, contrariamente a quanto si pensa, è concentrata soprattutto nei meleti e pereti a conduzione integrata, anche se negli ultimi anni lo sviluppo della melicoltura biologica, in Alto Adige in particolare, ne ha riproposto l'impiego su vaste superfici. Ciò è dovuto al fatto che la sua prima applicazione - all'inizio degli anni 2000 - fu motivata dall'obiettivo di trovare soluzioni alternative agli insetticidi di sintesi che avevano manifestato problemi di resistenza. Per tale motivo, il suo impiego è divenuto quasi di routine in alcuni areali, Emilia-Romagna in testa, anche se nuovi principi attivi insetticidi hanno trovato ampio spazio nei programmi di difesa.



Ciononostante, CpGV mantiene un proprio spazio, innanzitutto per il suo costo decisamente competitivo, ma anche perché dotato di assoluta selettività nei confronti degli ausiliari (colpisce solo la Carpocapsa) e senza LMR.

Altamente virulento, per agire deve essere ingerito e, quindi, risulta importante curare la bagnatura della vegetazione e il pH dell'acqua che deve essere inferiore a 8. Rimane poi preferibile eseguire i trattamenti nella prima mattinata o nel tardo pomeriggio. La morte della larva avviene entro 2-3 giorni.

La persistenza del CpGV si mantiene sugli 8 giorni (soleggiati) con il dosaggio pieno e si abbassa a 6 giorni quando viene applicato il dosaggio/ha dimezzato; è consigliabile considerare questi valori come fissi senza allungare l’azione insetticida oltre.

La scelta del turno a 6 o 8 giorni dipende dalla frequenza con la quale si vuole intervenire anche per altre avversità quali ticchiolatura o maculatura bruna. La prima applicazione va eseguita appena poco prima della schiusa delle uova. Se CpGV viene impiegato da solo e non in combinazione con altri insetticidi, ogni generazione di solito necessita di almeno 3-4 interventi; altrimenti può essere utilizzato dopo trattamenti ovo-larvicidi con Rynaxapir o altri insetticidi per "chiudere" la I generazione.

CpGV è degradato dagli UV e si può quindi facilmente comprendere quanto sia essenziale rispettare gli intervalli tra un’applicazione e l'altra.


Larva di V età morta.

Va rimarcato che non sono le alte temperature a devitalizzare più velocemente CpGV, ma piuttosto i raggi UV e quindi l'elevata insolazione; al contrario, le alte temperature rendono più veloce il ciclo della carpocapsa e quindi automaticamente anche il fitofago più aggressivo.

Il Virus della Granulosi agisce meglio contro le larve della I generazione, in quanto la fase di vagabondaggio risulta più lunga - visto che la maggior parte delle uova viene deposta sulle foglie - ed è perciò più elevata la probabilità che la larva ingerisca con il virus e muoia prima di penetrare nel frutto. Non avendo il virus un attività bloccante sull’attività trofica, talvolta la larva può dare origine al cosiddetto "bacato secco", ovvero a piccoli fori sull'epicarpo del frutto che corrispondono ai tentativi di penetrazione prima della morte. Questo danno è trascurabile su alcune varietà di pero e su noce, più visibile su melo, dove però può essere causato anche da altri insetticidi.

CpGV è altamente efficace soprattutto contro le larve giovani. Infatti, l’ingestione di un singolo granulo può essere sufficiente per uccidere una larva neonata. La dose letale mediana cresce con l’aumento ponderale della larva e quindi con l’età.

Ad oggi, oltre ad essere efficace nella riduzione del danno da carpocapsa, CpGV è anche uno dei mezzi di controllo più efficaci per ridurre drasticamente la densità di popolazione presente in campo.

Per informazioni:
IBMA Italia-Assometab

Email: [email protected]
Web: www.ibma-global.org

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