FreshPlaza (FP) - Dottoressa Pitton, qual è lo scopo principale che l'Unione europea vuole perseguire con questo provvedimento?
Patrizia Pitton (PP) - Nel corso degli ultimi cinque anni, l’Unione europea ha rivisto e rafforzato il quadro normativo riguardante i prodotti fitosanitari. La direttiva 2009/128/CE sull'uso sostenibile dei pesticidi è uno dei principali atti e i suoi obiettivi sono la riduzione del rischio e dell’impatto che l’uso dei prodotti fitosanitari può avere sulla salute umana e sull'ambiente, come pure la promozione della difesa integrata e di altre tecniche alternative efficaci in ambito fitosanitario, tra cui tecniche non basate sull’uso di sostanze chimiche di sintesi. Tra le varie misure previste, la direttiva definisce i principi generali della difesa integrata e stabilisce che essi siano applicati da tutti gli utilizzatori professionali a partire dal gennaio 2014. Stabilisce, inoltre, che servizi di formazione e consulenza tecnica siano a disposizione degli utilizzatori professionali per permettere che la difesa integrata sia correttamente applicata in tutta Europa.

FP - A che punto è il processo di implementazione nei vari Stati membri?
PP - Al momento, siamo all'inizio della sua attuazione. In questi ultimi mesi, la maggioranza degli Stati membri ha adottato i piani d'azione nazionali (PAN) ma alcuni di loro purtroppo sono in ritardo. La Commissione segue da vicino i progressi raggiunti. I piani d'azione nazionali sono infatti programmi d’attuazione che dovrebbero come minimo comprendere le misure stabilite dalla direttiva. La quale istituisce un quadro per l'azione comunitaria e, in conformità all'articolo 249 del Trattato che istituisce la Comunità europea, è vincolante in termini di risultati, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi.
La Commissione ha pubblicato e pubblicherà i PAN trasmessi dagli Stati nella sua pagina web e anche una loro traduzione in inglese. Un'analisi approfondita dei PAN sarà effettuata nei prossimi mesi, anche in vista della relazione che la Commissione presenterà al Parlamento europeo e al Consiglio nel novembre 2014.
Inoltre, la Commissione ha intenzione di seguire con attenzione questa prima fase di attuazione anche attraverso le ispezioni effettuate negli Stati membri dal suo Ufficio di ispezione veterinaria e fitosanitaria.
FP - E in Italia?
PP - L’Italia ha presentato solo recentemente alla Commissione un progetto di piano d'azione nazionale, che si spera verrà presto finalizzato dal Consiglio tecnico scientifico per l’uso sostenibile dei pesticidi, il quale dovrà considerare nella finalizzazione i commenti ricevuti durante la fase di consultazione pubblica. In seguito, il testo sarà discusso in sede di Conferenza permanente per i rapporti Stato-Regioni e adottato con decreto del ministro delle Politiche agricole di concerto con i ministeri della Salute e dell'Ambiente e verrà infine trasmesso alla Commissione. La Commissione auspica una tempestiva presentazione e attuazione del PAN da parte dell’Italia.
FP - Le tecniche di difesa alternative e, più in generale, la lotta integrata diventeranno la regola. Questo potrà costituire un valore anche per i cittadini europei?
PP - La direttiva rispetta i diritti fondamentali e osserva i principi riconosciuti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare il principio dello sviluppo sostenibile. Uno dei principi basilari della difesa integrata è la prevenzione dell’insorgenza di malattie nelle piante e la limitazione degli interventi diretti all’assolutamente necessario, privilegiando tecniche non chimiche in grado di fornire un controllo soddisfacente dei parassiti e/o aventi i minimi effetti collaterali per la salute umana e l'ambiente. Protezione della salute umana e dell'ambiente, prevenzione e sviluppo sostenibile sono già valori fondamentali per gli europei sanciti nel Trattato che istituisce la Comunità europea.
FP - Come potremo sapere che questo cambiamento sarà effettivo? Come misurare i risultati della direttiva?
PP - Come già detto, la Commissione procederà monitorando i progressi nell'attuazione della direttiva e gli Stati membri dovranno riesaminare regolarmente i progressi raggiunti. Le modifiche sostanziali apportate dovranno essere comunicate tempestivamente alla Commissione, che dovrà riferire in merito all'attuazione al Parlamento e al Consiglio e prendere in considerazione, se necessario, l’elaborazione di nuove proposte legislative appropriate.
In questa prima fase di attuazione, la direttiva prevede già una relazione che sarà presentata - entro il 30 giugno 2013 - dagli Stati membri essenzialmente in merito all’esistenza delle necessarie condizioni di attuazione della difesa integrata. Inoltre, la Commissione sta lavorando per identificare e proporre agli Stati membri appropriati indicatori per misurare i progressi realizzati nella riduzione dei rischi derivanti dall'uso dei pesticidi per la salute umana e l'ambiente. Nello stesso tempo, gli Stati membri sono tenuti a identificare e utilizzare propri indicatori nazionali per valutare i progressi compiuti con l'attuazione.

FP - Gli agricoltori, pur a fronte dei vantaggi, sono preoccupati dei probabili costi aggiuntivi per loro. Cosa possiamo dire in proposito?
PP - La direttiva, in particolare al considerando 4, sottolinea che strumenti economici possono svolgere un ruolo cruciale nella realizzazione dei suoi obiettivi, ma sono i singoli Stati membri a dover decidere circa il loro uso, fatta salva l'applicabilità delle norme europee sugli aiuti di Stato. La politica agricola comune (PAC) prevede una serie di strumenti che hanno difatti lo scopo di evitare perdite economiche agli agricoltori e di compensare eventuali costi aggiuntivi derivanti da misure agro-ambientali.
FP - La direttiva si integra con la nuova PAC?
PP - Nella nuova PAC sono già presenti diverse misure aventi come obiettivo la tutela ambientale, complementari alle misure previste dalla direttiva sull’uso sostenibile e che favorirebbero il raggiungimento dei suoi obiettivi quali la protezione delle acque. Altre misure sono state e possono essere ulteriormente identificate e co-finanziate dagli Stati membri nell'ambito dello sviluppo di piani di sviluppo rurale. È importante per la Commissione ottenere la massima integrazione tra politiche complementari e facilitare lo scambio di informazioni. Tuttavia, rimane di competenza degli Stati membri la definizione delle priorità a livello territoriale e l’allocazione di risorse adeguate per l'attuazione della direttiva. Infine, la Commissione ha proposto nell’ambito della nuova PAC che le disposizioni della direttiva sull'uso sostenibile, compresa l'applicazione dei principi generali della difesa integrata, siano soggette alla condizionalità nel momento in cui gli Stati membri abbiano dato piena attuazione alla direttiva.
FP - Questo modello di agricoltura sarà esportabile anche nei Paesi emergenti?
PP - Diversi studi dimostrano che la difesa integrata è una tecnica sostenibile a lungo termine, basata sulla prevenzione. Volta a limitare potenziali conseguenze negative sull'ambiente e sulla salute umana, può garantire l’utilizzo efficiente e sostenibile delle risorse in agricoltura. Durante la recente conferenza PURE sul futuro della difesa integrata che si è tenuta a Riva del Garda nel marzo 2013, tra i vari interventi rilevanti, una presentazione della signora Veres della FAO si riferiva infatti a diversi progetti di lotta integrata attualmente in corso in Paesi terzi.
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