
Circa un 10% della frutta commercializzata dalla OP proviene da agricoltura biologica. La OP Minguzzi pone particolaRe attenzione ai prodotti premium e pertanto aderisce ai principali consorzi che gestiscono le varietà club, come Pink Lady, MelaPiù e Summerkiwi.
"Il 70% della nostra produzione – spiega Giancarlo Minguzzi - va all'estero, in particolare verso Regno Unito e Germania, ma stiamo anche avviando rapporti commerciali con l'oltremare. Abbiamo infatti spedito pere Abate in Canada, pere William in Brasile e nei Paesi arabi. Perlopiù siamo fornitori diretti della Grande distribuzione, italiana ed estera, che assorbe un 90% dei nostri prodotti."
Associata al Ceor, Consorzio di esportatori e importatori di Lugo (RA), per l'oltremare Minguzzi lavora principalmente con il marchi Made in Blu e Fruitaly.
Pere
"E' stata sicuramente un'annata positiva per quanto riguarda i prezzi di Abate, Conference e Decana che si sono mantenuti alti, e anzi sono aumentati verso la fine della stagione. A fine marzo, il 95% del prodotto era già venduto", dichiara Giancarlo.
"Rispetto al 2011, abbiamo registrato un calo di produzione vicino al 40-50%, corrispondente a una contrazione del 30% rispetto a una stagione normale. Malgrado ciò, il prezzo è stato sufficiente a coprire i costi di produzione."

"Attraverso Fruitimprese Emilia-Romagna siamo entrati nell'OI (Organizzazione Interprofessionale) Pera, che vede la rappresentanza di tutte le componenti della filiera - produzione, commercio e trasformazione – la quale svolgerà attività di marketing e di valorizzazione volte ad accrescere la competitività del prodotto in un'ottica nazionale e internazionale."
Mele
"A causa della mancanza di prodotto, abbiamo appena terminato la campagna delle mele, con un mese di anticipo rispetto alla norma. Fuji e Pink Lady hanno sfruttato la diminuzione di produzione (di circa il 20%) ma con le prime abbiamo avuto problemi di colorazione dovuti ad un'estate particolarmente secca e, di conseguenza, una contrazione del 50% di prodotto di prima qualità", continua Giancarlo Minguzzi.
"Nessun problema di qualità invece per Pink Lady, solo la pezzatura è risultata più piccola. I prezzi sono stati soddisfacenti anche se, nel caso di Fuji, strettamente correlati alla percentuale di prodotto di prima qualità."
Kiwi
"Quel 10-15% di prodotto in meno ha fatto sì che il mercato inizialmente esprimesse prezzi più alti, consoni alla carenza di merce, e infatti la parte di container di ottobre, novembre e dicembre è andata discretamente. Poi, però, il mercato si è bloccato e i prezzi sono rimasti costanti senza permettere di coprire le spese di conservazione e gli scarti. L'export oltremare, nel caso del kiwi giallo e verde, è già rodato e, infatti, quest’anno abbiamo spedito il 25% del nostro prodotto verso Asia e nord e sud America", riferisce Minguzzi.
"Il problema che più preoccupa noi kiwicoltori, però, è la batteriosi anche se nella nostra zona, a nord-est della via Emilia gli impianti di kiwi sono meno fitti e il controllo della malattia è più facile."

"Penso che serva anche un po' di ottimismo, di questi tempi. Se non ci si ferma o ci si adagia su quei pochi allori che abbiamo, ma si continua a puntare sui nuovi mercati emergenti e sull'innovazione varietale - ma anche dei materiali che possono supportare la logistica e la shelf-life – si può ancora operare in agricoltura con soddisfazione", conclude Giancarlo Minguzzi.

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