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Di Andrea Campus (Resp. prodotti a frutto Enza Zaden)

L'Italia e' la patria della biodiversita' dello zucchino

Un vecchio adagio italiano dice: "dimmi che zucchino mangi e ti dirò da dove vieni". L'Italia infatti non solo è un grande produttore e consumatore di zucchino, ma è anche la patria della sua biodiversità. La maggior parte del patrimonio genetico di questa specie, infatti, proviene dalla nostra penisola: le tipologie Romanesco e Genovese, la verde, più o meno scura, riconducibile all’archetipo verde di Milano, la "Caserta", meglio conosciuta con il nome di Greyzini, la Tonda Fiorentina, sono solo le più conosciute.



Negli ultimi anni, il consumo di zucchino è costantemente aumentato, trainando la produzione nazionale. Oggi il trend del mercato è piuttosto stabile ma lo zucchino rimane comunque uno degli ortaggi più interessanti dal punto di vista commerciale, prestandosi ad un diversificato e facile consumo ed essendo indicato nelle diete a basso contenuto calorico.

Una produzione per 12 mesi l'anno
La produzione è articolata su tutto il territorio nazionale e copre l'intero arco dell'anno. Le produzioni invernali in serra sono principalmente concentrate in Sicilia e nella zona dell'Agro Pontino (centro Italia). Queste due aree dispongono di capacità produttive anche in campo aperto e solo motivazioni meramente commerciali in periodi di prezzi bassi possono avere impatto sulle superfici investite.

Le coltivazioni in campo aperto sono onnipresenti, con forti concentrazioni sia in Piemonte che nel Nord-Est.

Superfici Serra (Tipologie)


Superfici Serra (Aree)


Per quanto riguarda la coltura protetta, il Nord, e segnatamente l'area di Verona, coltiva principalmente nel ciclo primaverile la tipologia verde raccolta molto giovane con fiore. Latina opera, invece, su due cicli di trapianto: settembre con ciclo corto e raccolte fino a dicembre/gennaio; novembre con ciclo lungo e raccolte fino a giugno. Anche la Sicilia opera con diversi trapianti: settembre in tunnel con ciclo corto e raccolte fino a dicembre/gennaio; ottobre con ciclo lungo e raccolte fino a aprile/maggio; novembre con ciclo lungo raccolte fino a aprile/maggio.


Zucchine in tunnel.

La produzione è destinata quasi integralmente al soddisfacimento della domanda interna, e solo una piccola quota (benché non indifferente in termini sia di volumi che di valori assoluti) è destinata all’export, principalmente in Germania, con la tipologia verde.

Le zucchine bianche sono consumate maggiormente a livello locale in Sicilia e Calabria, trovando qualche sbocco di vendita su Bologna nel periodo invernale. Il Greyzini, principalmente raccolto con fiore, è consumato su tutta la fascia Tirrenica fino ad arrivare anche nel sud della Francia. Anche la Romagna produce e consuma preferibilmente questa tipologia ed un'altra lievemente assimilabile: la Bolognese. I Romaneschi/Fiorentini sono invece consumati solo in Lazio e Toscana. Risulta essere abbastanza dinamico l'export di zucchino biologico, principalmente dalla Sicilia e per quanto riguarda la tipologia verde.

Tutto italiano risulta essere l'uso gastronomico del fiore di zucchino. I fiori maschili ripieni, fritti, con la pasta ecc. sono ovunque apprezzati sia sulle tavole familiari che nella ristorazione. A volte la redditività della coltura è letteralmente salvata da questo splendido extra!



Alcuni progetti si stanno delineando sulla possibilità di offrire al mercato zucchini con specifica destinazione d'uso. Sia la gamma varietale sia le tecnologie di IV e V gamma potrebbero far aumentare i consumi di prodotti confezionati e con indicazione d'uso sulla confezione, già tagliati (julienne, rondelle, "da grigliare" ecc.), ripieni da cuocere e già cotti.

Per quanto riguarda le importazioni, Marocco e Spagna offrono prodotto nel ciclo invernale, quando è ragionevole contare su prezzi più remunerativi e solo della tipologia verde. Lo zucchino comunque soffre le lunghe distanze e la frigoconservazione e le produzioni estere sono utilizzate più come deterrente per calmierare i prezzi in caso di scarsa disponibilità di prodotto.

Superfici Campo aperto (Tipologie)


Superficie Campo aperto (Aree)

 
Come si può vedere dai grafici, la produzione di pieno campo si sposta man mano al Nord, avvicinandosi così ai grandi mercati di consumo. Anche i rapporti tra le tipologie variano, poiché, ad esempio, in campo aperto è molto più difficile raccogliere con il fiore. Come si può vedere, anche la Puglia raggiunge produzioni di rilievo, trainata dalla domanda di prodotto proveniente dall’industria di trasformazione.

In tutto il territorio nazionale le coltivazioni in campo aperto partono già dai primi di maggio ed in alcune zone si ripetono ancora in luglio/agosto. La produzione cessa all'avvicinarsi dell'inverno e con l'arrivo delle produzioni più fresche della serra settembrina.



Per quanto riguarda le produzioni unitarie per ettaro, esistono notevoli differenze dovute principalmente alla lunghezza del ciclo ed ai sesti di impianto. In serra, su ciclo lungo e con 1,4 piante/m2, si possono raggiungere punte di 140 ton/Ha; in campo aperto, con solo 20 frutti raccolti per pianta e 0,9 piante/m2, circa 18-20 ton/Ha.

Le avversità dello zucchino
Le problematiche di questa coltivazione sono molteplici e fondamentalmente riconducibili agli stress abiotici, peronospora ed oidio a cui vanno aggiunti i virus per quanto riguarda le coltivazioni in piena aria.

La ricerca genetica ha fatto passi da gigante, offrendo un'ottima gamma varietale specialmente sulla tipologia verde. Varietà destinate ai vari cicli produttivi e con un ampio set resistenze genetiche (CMV, ZYMV, WMV, PRSV, Px) sono disponibili già da alcuni anni. La variante "Marocchina" del WMV, ovvero il MWMV, sta creando notevoli problemi negli ultimi anni soprattutto sugli ultimi trapianti in pieno campo e sui primi in serra a inizio settembre.


Una selezione di zucchina bianca.

Allo stato attuale, il panorama varietale e il "top" di resistenze sulle altre tipologie è un po' più ristretto viste le più piccole dimensioni di quei mercati, anche se noi di Enza Zaden stiamo investendo molto per fornire l'eccellenza anche sulle tipologie cosiddette "minori". La nostra ricerca non si limita alle sole resistenze ed alle performances produttive, ma vuole realizzare ad un approccio a tutto tondo sull’intera filiera. La diversificazione varietale a seconda delle specifiche destinazioni d'uso e, non ultimi, i successi della ricerca sul basso contenuto di nitrati sono solo una parte del nostro contributo a questa bellissima specie.

Maggiori info: [email protected]
Data di pubblicazione:

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