FreshPlaza ha raccolto la testimonianza congiunta di Claudio Gamberini, responsabile nazionale acquisti ortofrutta di Conad Italia e di Giulio Romagnoli, coordinatore della Commissione tecnica patate dell'associazione nazionale Fruitimprese, nonché titolare dell'omonima azienda Romagnoli Patate, leader di settore.
Claudio Gamberini riferisce: "Abbiamo iniziato le vendite di patate novelle siciliane prima in Toscana, Lazio e Sardegna. Da una settimana, siamo presenti nella quasi totalità dei nostri punti di vendita. Tutte le nostre patate novelle provengono dalle terre rosse della provincia di Siracusa e sono il frutto di un'accurata programmazione della produzione iniziata con le semine dell'ottobre 2012. Sottolineo che è fondamentale effettuare un'attenta programmazione colturale in un'area ad alta vocazione, ma che negli ultimi 10 anni ha visto crollare le quantità prodotte per la scarsa redditività ottenuta dai produttori."
"La varietà Arinda che presentiamo sui nostri banchi di vendita - commenta Gamberini - è di buona qualità organolettica, con un calibro omogeneo e ottima da consumare bollita, cotta a vapore e fritta."
Da parte sua, Giulio Romagnoli conferma la tendenza di lungo periodo alla netta contrazione delle superfici coltivate a patata novella: "Nel giro di un decennio abbiamo visto un calo del 70% nell'areale, cosa che rischia di rendere il nostro Paese sempre più dipendente dalle importazioni dall'estero. Il che sarebbe un vero peccato, in quanto la patata novella siciliana non ha praticamente concorrenza in questo periodo dell'anno!".
Le cosiddette "patate novelle" che vengono offerte da altri paesi (come per esempio il Nord Africa), sono in realtà patate "bisestili", non paragonabili per gusto e consistenza ai tuberi primaticci. "Il prodotto siciliano - sottolinea Romagnoli - viene ancora lavorato a mano, secondo un'antica e consolidata tradizione agricola. E basta assaggiarla per capire la differenza!".
Purtroppo, i consumi di patata novella in Italia e le esportazioni verso l'estero hanno sofferto una tendenza negativa negli ultimi anni. Romagnoli riferisce: "Reggono le vendite verso Gran Bretagna e Irlanda, mentre sull'importante mercato tedesco la patata novella italiana ha ceduto posizioni in favore del prodotto "bisestile" proveniente da altre origini. Ciò è anche il riflesso di una frammentazione produttiva che non è in grado di rispondere adeguatamente ad una richiesta da parte di una distribuzione sempre più organizzata e concentrata."
"Per quanto riguarda il mercato interno, invece, il disorientamento del consumatore di fronte ad un'offerta spesso poco trasparente e dalla messa in vendita di patate di dubbia origine spacciate per novelle o per italiane, ha provocato negli anni una frenata dei consumi. Ecco perché oggi la commercializzazione sotto un marchio privato ("private label") come Conad costituisce una grande occasione per fornire reali garanzie al consumatore in termini di controlli, di sanità e di qualità del prodotto. Del resto, il consumatore di oggi entra nel supermercato perché si fida di quella determinata insegna."
"Siamo di fronte ad un grande cambiamento, che può costituire una svolta - prosegue Romagnoli - La programmazione delle produzioni, la commercializzazione a marchio del distributore e, in prospettiva, l'abbinamento ad un marchio di origine, sul quale noi (come azienda Romagnoli) stiamo già fattivamente lavorando, potrebbe rilanciare i consumi e rafforzare una delle eccellenze agroalimentari italiane."
"Trovo che la scelta delle insegne nazionali della grande distribuzione di investire nel prodotto italiano sia un atto importante di responsabilità d'impresa, specialmente in un contesto critico come quello attuale, dal quale si può uscire vincenti solo facendo squadra", conclude Giulio Romagnoli.